Stazione, torna l’ordinanza per rimuovere le bici. Ira dei pendolari
03 Gennaio 2015 11:00
Ormai è diventato un appuntamento fisso di inizio anno: il Comune di Piacenza ha rinnovato anche per tutto il 2015 il divieto di sosta e la conseguente rimozione forzata di cicli e motocicli che si trovano parcheggiati in maniera “selvaggia” nel piazzale della stazione. Si tratta forse del provvedimento più odiato da parte dei pendolari, che da anni (il primo è datato 2010) accusano l’amministrazione di voler favorire così il deposito a pagamento, visto che le rastrelliere più vicine sono giudicate troppo distanti.
La decisione del Comune era arrivata dopo la costosa ristrutturazione della zona di piazzale Marconi per cercare di porre un freno al parcheggio selvaggio e di ridurre, almeno secondo le motivazioni di Palazzo Mercanti, il degrado e la confusione nella zona. Così anche per tutto l’anno appena iniziato saranno “rimossi velocipedi e ciclomotori parcheggiati o agganciati ad elementi di arredo urbano, a pali dell’illuminazione pubblica, a monumenti, a sostegni dei cartelli di segnaletica stradale e pubblicitari e ad altre strutture, su aree verdi oppure in evidente stato di abbandono”, come recita la specifica ordinanza. Inoltre “è istituito il divieto di parcheggiare velocipedi e ciclomotori sui marciapiedi, in modo tale da ostacolarne la naturale fruizione da parte dei fruitori degli stessi e al di fuori delle apposite rastrelliere porta biciclette”.
I mezzi rimossi saranno portati in un apposito deposito, per ritirarli occorrerà pagare 10 euro per la rimozione e un euro per i velocipedi e 1,50 per i ciclomotori per ciascun giorno di custodia. Lucchetti e catenacci saranno tagliati dagli incaricati del Comune, le biciclette inutilizzabili saranno rottamate.
Puntuale è arrivata la presa di posizione fortemente contraria dell’Associazione pendolari piacentini: “Strana visione, quella del Comune – afferma il presidente Ettore Fittavolini – che ritiene più degradante per la zona la presenza di una bicicletta rispetto a quella di coltelli e bottiglie, utilizzate come vere e proprie armi. Ci erano state promesse nuove rastrelliere, purtroppo abbiamo nuovi divieti. Con questa amministrazione da anni è davvero impossibile dialogare, nonostante la nostra disponibilità”.
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