Operazione contro la ‘ndrangheta: due arresti a Castelvetro

28 Gennaio 2015 08:13

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Una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Modena, unitamente a quelli di Parma, Piacenza e Reggio Emilia – denominata Aemilia – è stata condotta nelle prime ore della mattinata contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia.
L’operazione ha interessato anche la provincia di Piacenza, ed è stata portata a termine grazie alle investigazioni della Compagnia Carabinieri di Fiorenzuola che, nella fase conclusiva, è stata coadiuvata dai militari del Comando Provinciale di Piacenza.

In Emilia è stata accertata la presenza della ‘ndrangheta, che ha assunto una nuova veste colloquiando con gli imprenditori locali. Due arresti sono stati eseguiti a Castelvetro. 

La procura distrettuale antimafia di Bologna, che ha coordinato l’inchiesta, ha ottenuto dal gip del tribunale un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 117 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro, commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa e – in alcuni casi – della transnazionalità del reato per aver agito in più di uno Stato e precisamente in Italia, Austria, Repubblica di San Marino e Germania.

Gli esiti dell’indagine hanno consentito di delineare il quadro complessivo degli assetti organizzativi della cosca “Grande Aracri”, radicata a Cutro, in provincia di Crotone e con estese propaggini extraregionali in Emilia Romagna e in Lombardia, tutte subordinate al boss detenuto Nicolino Grande Aracri.
Le indagini hanno riscontrato attività di infiltrazione nei settori dell’edilizia, dei trasporti, del movimento terra e dello smaltimento dei rifiuti. Dall’inchiesta è emerso, inoltre, come i proventi illeciti delle articolazioni emiliane venissero in parte trasferiti alla cosca crotonese, mediante il metodico ricorso alla falsa fatturazione.

Imponente lo schieramento di forze: migliaia i carabinieri impiegati in arresti e perquisizioni, anche con il supporto di elicotteri.

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