Caccia con l’arco, la proposta sarà discussa in commissione regionale
14 Luglio 2015 07:27
Troppi caprioli e cinghiali anche vicini alle abitazioni? Per evitare di dover sparare in quelle zone, con ovvi problemi di sicurezza, c’è chi propone di tornare agli albori dell’attività venatoria e utilizzare l’arco da caccia: l’avvocato e cacciatore Francesco Monica ha recentemente presentato alla Regione una petizione popolare per introdurre – in aggiunta e non in alternativa alle armi da fuoco – anche questo nuovo tipo di strumento, da riservare solo ai selecontrollori e ai coadiutori.
“Si sa che nel nostro territorio questo tipo di fauna si è notevolmente diffusa anche in zone della pianura, cioè laddove è poco compatibile sia con le attività agricole sia per la vicinanza ai nuclei abitati – fa notare l’avvocato -. Da una parte ci sono i ben noti e ingenti danni alle attività economiche legate all’agricoltura, dall’altra gli incidenti stradali causati da caprioli e cinghiali. In questo contesto, si rivelerebbe ideale anche l’utilizzo dell’arco, ovviamente di adeguata potenza”.
Tanti i vantaggi dell’arco: la silenziosità, nessuna partenza accidentale di proiettili e addio alle lunghissime traiettorie e “rimbalzi” di quest’ultimi, dato che per avere effetto la freccia deve essere scoccata ad una distanza di non più di 20 o 30 metri dall’animale da prelevare. La proposta di Francesco Monica, che prevede anche l’istituzione di un’apposito corso per chi dovrà usare l’arco, è già stata presa in esame dalla segreteria dell’assemblea legislativa regionale che l’ha ammessa per la discussione. Ora sarà iscritta all’ordine del giorno della Commissione Assembleare “Politiche Economiche”, che dovrà dare una risposta entro sei mesi.
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