Alcolismo, l’associazione alcologica Acat: “Problema sottovalutato”
21 Agosto 2015 17:59
“Ho iniziato a frequentare il club perché mio marito aveva il problema dell’alcolismo. Partecipare agli incontri mi è servito per capire la gravità della situazione. Io sono rinata e ho capito che se si sta uniti si può uscire ed è quello che sta succedendo”. A parlare è Lucia, moglie e mamma che ha lottato contro un’insidia che ha rischiato di distruggere la sua famiglia. I momenti bui ci sono stati ma li ha affrontati con determinazione, senza perdersi d’animo e con il sostegno di chi all’interno delle proprie mura domestiche viveva lo steso incubo. Si è rivolta all’Acat, associazione club alcologici territoriale, un gruppo nato 26 anni fa a Piacenza con diversi punti di ascolto anche in provincia frequentati da un trentina di utenti.
“Il grosso ostacolo è riconoscere il problema, una situazione che spesso viene sottovalutata” specifica la presidente di Acat Marinella Cantarini. “Quando sento dire che le famiglie si sentono sole in questo disagio, voglio dire che noi ci siamo – aggiunge Giovanna Montanari, insegnante-servitore dell’associazione – La gente non deve pensare di venire qui e risolvere i problemi, questo non lo possiamo fare, noi siamo qui per iniziare un cammino insieme”.
L’estate purtroppo ha portato alla ribalta casi di giovani finiti all’ospedale per abuso di alcolici. “Questi ragazzi si rovinano – dice rammaricata Marinella Cantarini – sono come una casa in costruzione in cui vengono danneggiate le fondamenta. Non basta una riparazione, bisogna rifare tutto da capo altrimenti si rischia di avere conseguenze per tutta la vita”.
Il gruppo di aiuto organizza diverse iniziative, la prossima a Mezzano Scotti dall’11 al 13 settembre, si tratta di un corso intitolato “il Concreto della Spiritualità” dedicato alla perseveranza e all’impatto che ha con se stessi e nell’interrelazione. L’associazione di mutuo aiuto ha pubblicato di recente anche il racconto di Marie Laure Guyot intitolato “Il lupo solitario” commentato da Fabio Bossi con le grafiche di Vanda Grisenti.
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