“Maps” per le aree militari, in arrivo gruppo locale Urbact e partecipazione
12 Novembre 2015 18:15
Incontro pubblico oggi pomeriggio, nell’Auditorium Sant’Ilario, per il progetto europeo “Maps” (acronimo di Military Assets as Public Spaces, aree militari come spazi pubblici) sulle aree militari in dismissione, di cui Piacenza è capofila.
Presenti, oltre all’assessore comunale Silvio Bisotti e all’architetto Luca Lanzoni, supervisore del progetto designato dall’Ue, le rappresentanze di categoria, gli ordini professionali, le associazioni e i comitati. A breve verrà costituito il Gruppo locale Urbact, eventualmente suddiviso in aree tematiche come ambiente e sociale, che inizierà a lavorare per la presentazione di idee e progetti. Nei prossimi giorni sarà anche aperta sul sito del Comune di Piacenza una pagina internet rivolta alla partecipazione dei cittadini, che anche se non appartenenti a nessuna realtà associativa o di categoria potranno comunque presentare proposte.
Al progetto Maps oltre a Piacenza, al momento, fanno parte altre tre città straniere: la croata Varazdin, l’ungheres Szombathely e la spagnola Cartagene. Altre sei sono state selezionate nei giorni scorsi – Serres (Grecia), Espinho (Portogallo), Longford (Irlanda), Chalons en Champagne (Francia), Koblenz (Germania), Riga (Lettonia) – la cui conferma definitiva avverrà a giorni.
L’obiettivo finale di Maps è quella di definire una metodologia comune e condivisa di recupero delle aree militari dismesse, che possa essere utilizzabile nelle altre città europee.
“La partecipazione – spiega l’assessore Bisotti – è un elemento chiave di questo percorso: anche le città nostre partner stanno chiamando a raccolta, sul proprio territorio, i soggetti interessati alla futura riconversione, come spazi pubblici, dei beni militari in disuso, per coinvolgere le rispettive comunità locali in una progettazione condivisa. Piacenza ha già da tempo avviato il confronto pubblico su questo tema, ma oggi il segretariato Urbact, cui fa capo il nostro progetto europeo, ci chiede di partire dalle basi che abbiamo già posto per sviluppare ulteriormente l’analisi dei bisogni e delle aspettative della città, lavorando in modo costruttivo e inclusivo”.
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