Non solo pasti, la Caritas si presenta: attenzione all’Uomo con le opere-segno
01 Dicembre 2015 17:48
“Incoraggiare le persone a ritornare ad essere protagoniste della propria vita“. E’ questa – in una frase – la mission della Caritas diocesana illustrata oggi pomeriggio nell’incontro “Una Caritas aperta al mondo” tenuta presso la biblioteca Passerini Landi nell’ambito dell’iniziativa “Riflessi in un specchio”, nella quale ogni settimana le associazioni di volontariato locale si presentano.
“Ascoltare, osservare, discernere” per essere sentinelle delle situazioni e per “accorgersi e far accorgere, anticipare e prevenire, sostenere e proporre – ha spiegato Francesco Argirò, responsabile dell’Area promozione umana di Caritas -, sempre nell’ottica del Vangelo della Chiesa”.
Quindi non solo mensa e abiti usati, ma molto di più. C’è una funzione pedagogica in quelle che quotidianamente svolgono i 700 volontari di Caritas a Piacenza. L’Uomo è al centro, non solo con i sui drammi personali, familiari o di lavoro, ma anche – e soprattutto – con quelle capacità che le circostanze della vita hanno relegato in un angolo profondo della sua esistenza, sommerse dalla perdita di fiducia in sé stessi.
“Vivere in strada – prosegue Argirò – non è una scelta di vita, come certe romantiche rappresentazioni romanzate vogliono far credere, ma una condizione che in certi casi diventa inevitabile. Ma vivere in strada – prosegue – non azzera le diversità”. Ognuno, oltre alle proprie sofferenze, porta con sé esperienze e capacità, che le tre aree di Caritas (poveri, Chiesa, territorio) si preoccupano di riportare in luce.
Pasti caldi sì, quindi, ma accompagnati da una parola, da un’accoglienza, per far capire loro che c’è qualcuno che ti sorregge. Le chiamano Opere-segno, perché nel gesto concreto di aiutare i bisognosi racchiudono quel segno di Carità che nella Chiesa assume prospettive che vanno ben oltre l’assistenzialismo sociale.
“Il volontariato deve essere una esperienza positiva per tutti” continua Argirò, e i numeri (700 volontari su 350 senzatetto) lo confermano.
“Non sprecare” è il leit-motif che si adatta bene a questo modello di Caritas, perché “oltre al recupero di cibo e vestiti noi ci mettiamo dentro anche le persone, le loro unicità”. Concretamente si manifesta con i laboratori artigianali, rivolti sia a chi ha bisogno dei loro servizi sia a chi vuole ritrovare le motivazioni per tornare a lavorare. In questa ottica è nata due anni fa la Banca Valore Lavoro, nella quale si raccolgono le competenze nel verde, nelle pulizie, nel settore edile e nell’assistenza agli anziani e ai disabili.
I risultati non mancano e sono di quelli che danno soddisfazione: come il caso dello chef di crociere, capace di organizzare acquisti e pasti per centinaia di persone, e finito sulla strada: grazie a Caritas ha ritrovato la motivazione per ricominciare a lavorare fino alla pensione, per poi dedicarsi lui stesso al volontariato ricevendo a sua volta l’incarico di gestione della mensa della Caritas.
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