Callori (Pdl): “Un nuovo patto per il rilancio e tutela del territorio”

30 Gennaio 2013 16:40

«La carenza di risorse disponibili non può automaticamente tradursi nell’abbandono della collina e della montagna e nel conseguente dissesto idrogeologico di queste aree: serve un nuovo patto tra istituzioni, agricoltori e imprese finalizzato alla tutela del territorio». Il sindaco di Caorso Fabio Callori, candidato al Senato nelle liste del Pdl, propone una soluzione concreta a un problema che tra frane e allagamenti negli ultimi anni, oltre a mettere a rischio l’incolumità di numerosi cittadini, ha causato ingenti danni economici al tessuto economico piacentino.
L’idea del primo cittadino è quella di chiedere a tutti uno sforzo in più, ma non certo in termini economici, dato che le stesse amministrazioni, oggi costrette a destinare i fondi a disposizione ai settori prioritari, non si trovano nelle condizioni di poter mettere mano alle casse. Ecco allora che l’impegno degli enti, come suggerisce Callori, potrebbe essere quello di «ridurre i tempi per la concessione di autorizzazioni alle imprese incrementando i controlli postumi», quello del mondo agricolo di garantire un «controllo attivo fatto di costanti monitoraggi del territorio», mentre le imprese potrebbero, oltre a garantire i controlli, mettere a disposizione i mezzi per la manutenzione». Si tratta, sottolinea il candidato al Senato in quota Pdl, di «scrivere un nuovo patto per la tutela del nostro territorio». Un patto da cui, precisa Callori, «tutti trarrebbero benefici». Il comparto pubblico avrebbe la garanzia del presidio dei territori, che scongiurerebbe il ripetersi di frane ed eventi disastrosi, le imprese otterrebbero un ritorno economico in termini di escavazione e disponibilità di legname, mentre il mondo agricolo si troverebbe ad operare su terreni sicuri e al riparo da possibili allagamenti dannosi per le colture. «Oggi – conclude Callori – con sempre minori risorse a disposizione, diventa prioritaria la tutela del territorio, da attuarsi tramite una limitazione all’espansione urbanistica e un recupero delle aree che richiedono una riqualificazione, per garantire anche a settori come l’edilizia un rilancio che avrebbe importanti ricadute dal punto di vista occupazionale».

 

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