Guercino, 26mila visitatori in un mese. Proroga per la salita in cupola
06 Aprile 2017 05:32
Sono già 26mila, in un mese, le persone che hanno risalito la cupola del Duomo e visitato la mostra a palazzo Farnese, per ammirare le opere dell’artista centese Guercino. Un successo inaspettato per la città di Piacenza che sta spingendo gli organizzatori a prendere in considerazione l’ipotesi di far slittare la data di chiusura inizialmente ipotizzata: il 4 giugno. “Per quanto riguarda la Cattedrale sicuramente ci sarà una proroga – ha confermato l’architetto Manuel Ferrari, curatore del museo – per far fronte alle numerose richieste di prenotazioni che stanno arrivando, anche da parte delle scuole. I visitatori stanno arrivando da ogni parte d’Italia e anche dall’estero”. E chissà che il percorso museale, creato all’interno della Cattedrale e, costato circa 400mila euro, non possa trasformarsi in una soluzione definitiva anche grazie alle recenti scoperte compiute da Ferrari e dal team dell’ufficio beni culturali della curia in primis Susanna Pighi, storico dell’arte. “La Cattedrale era molto più ricca e ornata di oggi” – ha spiegato Ferrari. A fine ottocento il vescovo Scalabrini decise di riportare il Duomo a uno stile romanico più primitivo staccando alcuni affreschi e smantellando molti degli altari barocchi addossati alle navate laterali e ai pilastri centrali. Molte di queste opere sono andate disperse, altre sono sopravvissute. Durante alcuni lavori, un anno fa, sono stati ritrovati dei lacerti di affreschi staccati e rimontanti su pannelli. Erano stati realizzati da Marcantonio Franceschini e dal cognato Luigi Quaini durante l’episcopato Barni tra il 1688 e il 1689. “Poche settimane fa, grazie a materiale recuperato dalla biblioteca Passerini Landi – racconta Susanna Pighi – siamo riusciti a inquadrare questi lacerti all’interno dei pennacchi della cupola”. “La speranza è di poter restaurare queste opere e di poterle posizionare all’interno del percorso museale creato in Cattedrale. Regione e istituto Beni culturali hanno già contribuito con un’iniziale somma ma presto servirà una vera e propria campagna di raccolta fondi che permetterà di dare una rilettura completa di quello che era prima l’aspetto della Cattedrale di Piacenza” – ha concluso Ferrari.
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