Latticini, obbligo di origine e trasformazione in etichetta. Cremonesi: “Soddisfatti”
Potrebbe garantire la salvaguardia nel piacentino di oltre 350 stalle da latte e 2400 posti di lavoro.
18 Aprile 2017 13:06
Entrerà in vigore domani, mercoledì 19 aprile, l’obbligo di inserire nelle etichette di tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari il Paese di origine della materia prima e il paese del processo di condizionamento o trasformazione, dalla mungitura alla lavorazione.
La nuova norma si applica a vari tipi di latte, da quello di mucca a quello di capra, dalla bufala alla pecora e altri.
“Solo per i prodotti con latte munto, condizionato e trasformato in Italia, si potrà scrivere in etichetta “Origine del latte: Italia” – sottolinea Confagricoltura -. Se non c’è questa dicitura vuol dire che almeno una fase del processo non è stata fatta nel nostro Paese”.
Una informazione che permetterà ai consumatori di verificare senza ambiguità la provenienza di latte, yogurt, formaggi, e tutti i derivati del latte “e che – spiega una nota di Coldiretti – mette finalmente fine all’inganno del falso made in Italy”.
Secondo i dati di Coldiretti, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino da ora riportato in etichetta.
“La certificazione dell’origine italiana del prodotto e della sua trasformazione diventa sinonimo di qualità” secondo Cremonesi, che sottolinea che “le aziende allevatrici italiane sono sottoposte ogni mese ad un numero di controlli che in altri paese europei ed extra europei non vengono fatti in un anno” e che, oltre alla soddisfazione del consumatore, la normativa può portare anche a benefici per gli allevatori italiani e al mantenimento delle stalle.
La nuova normativa potrebbe garantire, secondo Coldiretti, la salvaguardia nel piacentino di oltre 350 stalle da latte con 35 mila capi di mucche da latte, e di un sistema che garantisce 2400 posti di lavoro.
L’obbligo scatterà domani per i produttori; Coldiretti ricorda che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, trovare ancora sugli scaffali le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente.
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