Julio Velasco: “Pronostico impossibile. Che rimpianto la finale scudetto del mio Copra”
24 Aprile 2013 17:18
Lo contattiamo dall’altra parte del Mondo. Lui, Julio Velasco, ha scelto l’Iran per proseguire nella sua leggendaria carriera. Nel 2011, la scelta che sorprese tutti quanti ma che lui liquida ancora oggi in questo modo: “Non chiamatela scelta di vita però; non si tratta di questo. E’ stata una scelta professionale e null’altro”. Fatto sta che la nuova vita di Velasco in Asia, prosegue e tra un successo e l’altro (ha vinto il titolo continentale), ha pure il tempo di seguire le vicende del “suo” campionato. Quello che lo consacrò a “mostro sacro” del volley internazionale. Nel corso della breve telefonata, o per meglio dire, fino a quando il collegamento regge, cerchiamo di scoprire se l’ex coach del Copra abbia o meno intenzione di seguire la finalissima scudetto di domani.
“Scherzi – attacca il c.t. – ho seguito le gare principali della regular season e mi sono pure divertito ad assistere alla gare di semifinale. Logico che sarò davanti alla tv anche domani per gara 1”.
Qual è il suo pronostico?
“Non è possibile che mi facciate tutti la stessa domanda – risponde quasi risentito -. Come potete pensare che sia possibile, fare una previsione circa una finale scudetto? Sì,ovvio, Trento ha una maggiore tradizione e più esperienza in fatto di finali, ma quando si arriva a questo punto, tutto quanto si annulla. Non voglio azzardare previsioni impossibili da centrare”.
Dovesse puntare su qualcuno dei giocatori, chi può far pendere in maniera decisiva l’ago della bilancia?
“No, anche in questo caso non me la sento di indicare questo o quel giocatore. Sarà chi riuscirà ad esprimere in maniera migliore il proprio gioco di squadra a prevalere. Non credo che saranno i singoli a decidere la serie”.
Cosa ricorda con maggiore piacere della sua esperienza nella nostra città?
“Il pubblico e la società. Sono stato davvero molto bene a Piacenza e non ho che ottimi ricordi. A parte quella finale scudetto alla quale arrivammo in condizioni pessime, con tantissimi infortunati: fu un grosso rimpianto”.
E non fu il solo di quella stagione risalente all’ormai lontanissimo 2004: al secondo anno in massima serie, si centrò, perdendola, pure la finale di Cev con Daytona Modena. Secoli fa. Molinaroli e Zlatanov i soli reduci di quell’avventura: ora ci riprovano senza il santone Velasco in panchina, con un Monti in più che, al contrario dell’argentino, conta sulla rosa al gran completo e, soprattutto, in grande forma.
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