Pomodoro, campagna al 45%. Buona qualità, ma problemi con il ragnetto rosso
27 Agosto 2018 10:57
È di 1,4 milioni di tonnellate il quantitativo di pomodoro da industria lavorato sino ad oggi nella filiera del Nord Italia. Il dato di metà campagna è stato reso noto dall’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia.
A Piacenza (9.962 gli ettari coltivati a pomodoro da industria, prima provincia del Nord Italia) la principale avversità agronomica da affrontare è legata alla presenza del ragnetto rosso. A tal proposito l’OI ha proposto alla Regione Emilia-Romagna di studiare una strategia condivisa di intervento.
“Ad oggi – spiega il presidente dell’Oi, Tiberio Rabboni – è stato trasformato quasi il 50% dei quantitativi di pomodoro contrattati con picchi maggiori di raccolta nel Ferrarese, dove in alcune zone siamo già al 60%, e valori più contenuti nell’area tra Parma e Piacenza dove ci attestiamo al 45%. In generale, allo stato attuale, gli operatori della filiera stimano un possibile calo della produzione totale nell’ordine del 10% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna”.
Buono il dato del brix, ossia il grado zuccherino del pomodoro, che si attesta attorno ad un valore di 4.9.
“La compagna di quest’anno, che ha avuto inizio intorno alle metà di luglio e proseguirà indicativamente sino a fine settembre – aggiunge Rabboni – è stata sin qui caratterizzata da un andamento molto sostenuto delle consegne di materia prima in stabilimento tanto che, facendo un raffronto con le annate passate, siamo più avanti di una settimana nell’andamento dei conferimenti. Non sono mancate alcune difficoltà legate al maltempo (in primis grandinate) che ha colpito soprattutto la zona della Lombardia, del Veneto ed il Ferrarese. Dal punto di vista agronomico abbiamo dovuto affrontare alcune problematiche per la presenza del ragnetto rosso nel Piacentino, avversità che si sta manifestando in modo sempre più severo e preoccupante tanto che come Oi abbiamo proposto alla Regione Emilia Romagna di studiare insieme un approccio condiviso che coinvolga tutti gli attori del territorio: istituzioni, università, consorzi fitosanitari, consorzi agrari, rivenditori di agrofarmaci ed associazioni ed operatori agricoli anche di altri settori per mettere a punto una strategia innovativa di carattere intercolturale che consenta una difesa efficace. Per il futuro vorremmo giungere ad un marchio che certifichi la qualità, l’eticità e la sostenibilità ambientale della produzione di pomodoro italiano su scala europea”.
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