La norma vieta di fertilizzare, agricoltori in rivolta
12 Gennaio 2019 05:00
Cielo terso e terreno asciutto: sarebbero le condizioni ideali per poter fertilizzare con concimazioni organiche prati ed erba medica, ma la norma vieta categoricamente la pratica in tutte le zone vulnerabili ai nitrati prevedendo, invece, deroghe settimanali per le zone ordinarie (su prati stabili e medicai di tre anni almeno).
Il regolamento applicativo in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue, stabilisce un articolato sistema di finestre autorizzative (dal primo novembre al 28 febbraio) in base ai bollettini meteo pubblicati da Arpae ogni lunedì. Tuttavia, dal 1 dicembre al 31 gennaio, in zona vulnerabile, il divieto è totale. Resta poi sempre valido il divieto di utilizzazione agronomica dei fertilizzanti sui terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante, con frane in atto e su terreni saturi d’acqua e nei giorni di pioggia. Il regolamento interconnette così quanto disposto dal piano per la qualità dell’aria delle regioni del bacino padano con l’applicazione della direttiva nitrati.
“Il sistema a finestre – ha affermato il presidente di Confagricoltura Piacenza Filippo Gasparini -doveva servire per porre parziale rimedio ad alcune storture, ma anche in questo caso ci si è messa di mezzo la burocrazia. Oggettivamente abbiamo avuto un novembre piovoso, in cui le finestre per spandere erano di fatto precluse, mentre in questi giorni avremmo condizioni agronomicamente ideali per fertilizzare su prati ed erba medica. Ci chiediamo quindi cosa c’entri il calendario con la percolabilità dei terreni. Non poter fertilizzare con le condizioni di questi giorni significa negare la competenza e la professionalità di chi opera nei campi, procurare un danno alle colture e conseguentemente porre in svantaggio le nostre aziende”.
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