Ciclo idrico in mano pubblica, incontro in Comune con esperti internazionali
15 Maggio 2013 19:43
L’ipotesi di una gestione di tutta la rete idrica piacentina – formata da oltre mille serbatoi, 4 milioni di metri cubi, oltre quattrocento depuratori e 4.330 chilometri di ‘strada’ , con una perdita di acqua lungo il percorso pari al 10 per cento – in mano a un soggetto pubblico locale è caldeggiata da tempo dai sindaci. Ma ora la parola passa ai cittadini, alle associazioni, ai consiglieri comunali: per verificare la possibilità di restituire totalmente al settore pubblico la fornitura dell’acqua è partito ufficialmente oggi a Palazzo Mercanti un percorso di “consultazione popolare”. A spiegare il quadro attuale ai consiglieri della commissione Sviluppo economico l’economista Antonio Massarutto, docente all’Università di Udine, il giurista Paolo Sabbioni, docente all’università Cattolica di Piacenza, Emanuele Lobina della University of Greenwich, oltre ai rappresentanti di Iren, Piacenza Infrastrutture e Atersir. «Nel 2007, l’acqua costava un euro a metro cubo – ha replicato la società Iren – mentre ora ha un costo di 1,44 euro a metro cubo. Quelle piacentine sono le tariffe minori rispetto a quelle attuate dagli altri gestori dell’Emilia Romagna e a Piacenza lavorano nel settore dell’acqua circa 250 persone».
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