“Litigato per una busta, se n’è andata in autostop”: l’alibi di Massimo. Oggi Perazzi interrogato
11 Settembre 2019 04:00
“Domenica dopo aver pranzato eravamo alla casetta, poi lei mi fa vedere una busta mi fa: me l’han data sabato sera se la custodiamo ci danno molti soldi. Abbiamo avuto una discussione, lei si è offesa e andata in strada ha fatto l’autostop verso Zena. Io alla sera quando son rientrato, mentre entravo in casa, ho sentito dove la roba. Io non trovato le chiavi, son scappato a piedi. Sono stato nascosto di qua e di la per quello”. Massimo Sebastiani, dopo aver mandato messaggi al cellulare di Elisa quando era già morta, tenta anche nei giorni successivi all’omicidio di costruirsi un ulteriore alibi e lo fa scrivendo su alcuni fogli che l’amico Silvio Perazzi racconta di trovare nella cassetta delle lettere di casa sua a Sariano di Gropparello il 3 settembre scorso.
Manoscritti in cui Sebastiani, che il 25 agosto scorso avrebbe dovuto pranzare con Perazzi ma che invece va al ristorante con Elisa, spiega all’amico di aver avuto una discussione con la ragazza e racconta che la giovane si è allontanata volontariamente dopo il litigio per chiedere un passaggio in strada. In realtà Elisa non c’era già più. Sebastiani l’ha uccisa nel pollaio di casa su a Campogrande di Carpaneto trasportando poi il cadavere proprio nella zona in cui abita Perazzi. Sebastiani, nelle lettere, scrive a Perazzi: “Era meglio se domenica venivo da te a fare la spaghettata”.
A Pagina 2 la lettera prosegue: “.
I carabinieri scoprono però che proprio quei fogli mancano da un’agenda del 2003 trovata nella casa dello stesso Perazzi e da lì capiscono che l’operaio in fuga in realtà avrebbe trascorso alcuni giorni nascosto nel solaio della casa dell’amico. Da qui l’accusa per il padre dell’ex fidanza di Sebastiani di favoreggiamento. Accuse però respinte dal legale dell’uomo Paolo Fiori: “E’ stato il mio assistito il 7 settembre scorso a chiamare i carabinieri consentendo la cattura dell’omicida”. Perazzi avrebbe trovato Sebastiani accanto a casa sua e gli avrebbe gridato di arrendersi poi avrebbe telefonato ai militari per segnalare la presenza del 45enne.
Stamattina, 11 settembre, Perazzi sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia presso il carcere delle Novate dove l’uomo è rinchiuso.
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