Dopo 40 anni di attività ha chiuso i battenti anche la macelleria “La Prima”
10 Gennaio 2020 04:08
La prima paga ammontava a poco più di duemila delle vecchie lire per ogni settimana di lavoro. Scopa in mano per pulire i locali, una manciata di soldi in tasca e qualche “scapaccione” del capo per raddrizzare il tiro, fino al (meritato) ingresso dietro al bancone per disossare la carne. Mezzo secolo dopo, reduce dalla recente chiusura della sua storica macelleria “La Prima” in via Farnesiana, Giorgio Bolzoni ripensa a quel periodo di estenuante gavetta vissuto da giovanissimo: giorni, mesi e anni di fatica che presto però diventarono solide fondamenta professionali grazie a cui riuscì a inaugurare la propria bottega nel 1980. La stessa bottega che alcuni giorni fa, dopo quarant’anni di attività, ha chiuso definitivamente i battenti: “Ho 67 anni e ora vado in pensione. Ringrazio la gentile clientela che fino ad oggi si è affidata a me, seguendomi in questo lungo percorso”.
Bolzoni ha potuto toccare con mano la trasformazione (sociale e culinaria) della gente: “In passato, le persone cucinavano e mangiavano più carne. Oggi, invece, i clienti preferiscono trovare i prodotti già preparati, come le scaloppine, le cotolette o gli involtini, pronti da cuocere senza perdere troppo tempo”. E con la voce dispiaciuta, aggiunge: “Anche durante le festività, molti piacentini acquistano gli anolini già fatti, al posto di comprare i bolliti e lo stracotto per mettersi ai fornelli”.
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