Ritratto di Klimt resta sotto sequestro: gli investigatori seguono una doppia pista. Si torna a scavare nel passato e a cercare tracce di dna

18 Gennaio 2020 05:00

Il caso del ritratto di Klimt è tutt’altro che risolto. Stabilita l’autenticità del dipinto, ritrovato il 10 dicembre scorso in una botola esterna della galleria Ricci Oddi, ora gli inquirenti sono al lavoro per sciogliere i tanti nodi legati al furto risalente a quasi 23 anni fa. La tela resta dunque sotto sequestro e non tornerà immediatamente in esposizione in galleria come tanti speravano. “La priorità era stabilire che fosse originale – spiega il sostituto procuratore Ornella Chicca – adesso possiamo procedere con ulteriori verifiche. Stiamo seguendo due piste: una legata ai due piacentini che, attraverso una lettera inviata a Libertà e a un incontro con il giornalista Ermanno Mariani, hanno dichiarato di essere gli autori del colpo e l’altra che viaggia sui binari del passato”. In questi giorni sarebbero state sentite le persone che, all’epoca dei fatti, avevano accesso alla galleria. “Eseguiremo indagini di tipo tecnico per trovare impronte o tracce biologiche sul quadro e risalire a chi lo ha sottratto nel 1997 o a chi ha maneggiato il dipinto anche dopo il furto” – ha aggiunto Chicca. “Si continua a lavorare per capire cosa sia accaduto tanti anni fa ma anche recentemente – sottolinea Pietro Ostuni, questore di Piacenza. “Speriamo di avere presto novità importanti” – auspica Marco Iannucci, comandante del Reparto Operativo dei carabinieri di Piacenza.

 

 

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