Il giorno dopo il terremoto: “Non spostarsi per controllare le seconde case”
17 Aprile 2020 12:56
La ferita più profonda l’ha lasciata la paura: lo sciame sismico di ieri (16 aprile) ha gettato ulteriormente nello sconforto i cittadini nella zona montana fra l’Alta Valtrebbia e la Valdaveto, come se non bastasse l’epidemia da coronavirus in atto. Oggi nei comuni colpiti dal terremoto si fa la conta dei danni: la scossa più forte è stata registrata a Cerignale con magnitudo 4.2. Nulla di rilevante per fortuna: zero feriti e qualche crepa superficiale sulle abitazioni.
CERIGNALE – “Nessun edificio presenta problemi strutturali – comunica il sindaco di Cerignale Massimo Castelli – perciò invito i proprietari di seconde case a non spostarsi dalla città per recarsi in paese o nelle frazioni. Bisogna continuare a rispettare le limitazioni anti-coronavirus, perché l’emergenza sanitaria rappresenta una questione molto più urgente. Non sono necessari sopralluoghi da parte della gente. Le autorità hanno accertato l’assenza di deterioramenti statici sulle case abitate”. A Cerignale il danno più consistente lo ha riportato una palazzina “diroccata e abbandonata da almeno cinquant’anni, che è stata quindi dichiarata inagibile”. La polizia municipale e i vigili del fuoco hanno provveduto a transennarne il perimetro. Non destano preoccupazione le sottili crepe comparse all’interno della chiesa del paese.
CORTEBRUGNATELLA – Anche molti residenti di Cortebrugnatella ieri sono scesi in strada terrorizzati. Stamattina il sindaco Mauro Guarnieri ha controllato alcuni stabili insieme ai vigili urbani: “Si tratta di danni lievi perlopiù a comignoli, cornicioni e tetti. In chiesa si sono staccati alcuni calcinacci. A risentire maggiormente del terremoto, però, sono state le vecchie case in sasso. Non occorre comunque allarmarsi più di tanto”. Il primo cittadino ha poi riscontrato il crollo di un pezzo di grondaia dall’oratorio di Sant’Antonio Gianelli, complesso religioso situato nella frazione di Rovaiola.
BOBBIO – Il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali rassicura che finora non sono stati individuati edifici in condizione di inagibilità: “Durante la ricognizione di stamattina abbiamo trovato qualche crepa e intonaci caduti nel palazzo comunale, nell’auditorium e nella cattedrale. Non ci sono tuttavia difficoltà strutturali. L’unico fabbricato privato che potrebbe essere oggetto di finanziamento per la sistemazione si trova nella piazzetta del municipio”. Nel corso dell’ispezione a Bobbio, i vigili del fuoco e la protezione civile hanno notato la maggiore fuoriuscita di acqua dalla fonte termale di Rio Foino: “Probabilmente la sorgente – spiega il sindaco – ha subito un innalzamento del livello in seguito alle scosse di terremoto”. Più seria la situazione del museo diocesano del palazzo vescovile, dove si è staccato un pezzo della Via Crucis in madreperla scolpita.
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