Legambiente: “La ripartenza sia “verde” e sostenibile”
19 Aprile 2020 03:23
Lotta al cambiamento climatico e centralità delle politiche pubbliche sono i cardini della proposta di Legambiente alla Regione Emilia Romagna in vista della ripartenza post emergenza Coronavirus.
“Oltre al virus altri gravi pericoli ci minacciano – si legge nella nota di Legambiente -: il principale è quello climatico accompagnato dal consumo delle risorse del Pianeta, amplificati dalle disuguaglianze sociali. L’inquinamento cronico della Pianura Padana, di per sé drammatico dal punto sanitario, sembra poter essere un aggravante alla mortalità del virus. Per evitare gli errori del passato crediamo che serva un patto sociale pubblico-privato incardinato su una transizione ecologica e di maggiore inclusione sociale. Non possiamo lasciare passare invano questo momento di riflessione sui nostri modelli ed è necessario che la politica e i corpi elettivi riprendano la discussione sul futuro. Anche alla luce delle risorse pubbliche che presto saranno messe in circolazione”.
Legambiente propone un confronto con la politica, i consiglieri regionali e la parte di società che si riconosce in questa prospettiva. Un confronto sul futuro in cui devono essere necessariamente presenti anche i giovani.
Sempre più urgente diventa, secondo l’associazione, la necessità un forte piano per il risparmio energetico in tutti i settori con risorse e provvedimenti utili tanto al settore industriale quanto a quello edile e dei piccoli artigiani. Spazio alle energie da fonti rinnovabili e agli investimenti sui trasporti sostenibili: dalle piste ciclabili al trasporto merci su ferro. Fondamentale, secondo l’associazione è poi un Piano straordinario di contrasto del dissesto idrogeologico, per mettere in sicurezza beni e persone e per garantire funzionalità alle infrastrutture oggi trascurate, come ponti, viadotti e viabilità minore.
Centrale è anche la riflessione sull’agricoltura, che nella crisi si sta rivelando per la sua vera natura, cioè settore primario e fondamentale. “Servono quindi gli strumenti necessari per dare dignità a questo ruolo, con politiche dei giusti prezzi per i produttori, accompagnati in modo indissolubile con tutele adeguate ai lavoratori (compresa l’ampia fetta di manodopera straniera di cui oggi si avverte tutta la necessità) e alla sostenibilità ambientale. Serve mettere al riparo il settore da rischi intrinsechi: la fragilità di filiere e sistemi fortemente dipendenti da territori esteri (come per i mangimi funzionali alla zootecnia intensiva) e i rischi di antibiotico-resistenza. Serve che si rifletta seriamente su quali modalità e colture saranno compatibili alla luce del cambio di clima”.
Comunicato stampa Ripartenza verde Emilia Romagna
Quale ripartenza – proposta di Confronto Legambiente
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