Brioche e caffè da asporto: “Boccata d’ossigeno per risanare i debiti”
04 Maggio 2020 13:30
“Oggi poche attività hanno cominciato la vendita d’asporto, qualcuno aspetta di capire che aria tira tra la gente”. È il primo bilancio di Cristian Lertora, presidente provinciale di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), sulla cosiddetta “fase due” vissuta da bar e ristoranti del territorio piacentino. “Il take away comporta qualche costo in più per l’acquisto di bicchieri e confezioni ad hoc, ma di certo rappresenta una boccata d’ossigeno per risanare i debiti maturati in questo lungo periodo di stop assoluto”.
Bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie restano chiusi fino al primo giugno. Oltre alle consegne a domicilio, però, a partire dal 4 maggio i pubblici esercizi possono vendere d’asporto (ad esempio friggitorie e pizzerie al taglio) con regole chiare: si prenota il cibo e le bevande al telefono o online, si prende un appuntamento per il ritiro, l’esercente fa entrare un solo cliente alla volta (solo per il pagamento), è rigorosamente vietato consumare i prodotti nei locali ed è consentita la consegna direttamente al veicolo.
“La mattinata è partita in sordina – commenta Gianmarco Ferrari del bar tabaccheria Rewind di via Boselli – abbiamo servito alcuni clienti con brioche nei sacchetti di carta e caffè versati in bicchierini monouso”. Anche la pasticceria Dante, stamattina, ha iniziato a vendere d’asporto le torte artigianali e i cabaret di pasticcini: “La gente ha ancora paura a uscire di casa – spiega la titolare Paola Barba – infatti molti piacentini ci hanno chiesto di portare i prodotti a domicilio, nonostante la possibilità di ritirarli sul posto”. Vincenzo Licari, responsabile dell’Enoteca del Corso e della gelateria La Romana, è ottimista: “Sono fiducioso, le persone hanno voglia di fare due passi e acquistare una vaschetta di gelato in loco, ovviamente su prenotazione. Come attività, purtroppo, non abbiamo indicazioni precise sulle procedure più adatte per regolare il take away”.
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