Processo a don Segalini, 30 testimoni chiamati a deporre in tribunale
18 Giugno 2020 17:35
Saranno circa una trentina i testimoni chiamati a deporre per il processo che vede imputato don Stefano Segalini, ex parroco di San Giuseppe Operaio accusato di abusi sessuali e procurato stato di incapacità. Nel corso dell’udienza di questa mattina, 18 giugno, celebrata a porte chiuse, sono stati ammessi i testimoni che sono rappresentati dalle parti offese, teste della difesa e del pm. Don Segalini era in tribunale e non ha voluto rilasciare commenti sul processo che lo vede imputato. Le violenze compiute ai danni di 11 giovani, secondo l’accusa, in alcuni casi sarebbero state perpetrate approfittando dello stato d’incoscienza delle vittime, stordite dall’alcol o, secondi ipotesi accusatorie, dalla cosiddetta “droga dello stupro”, che sarebbe stata somministrata dal prete. Uno dei giovani che avrebbe subito gli abusi si è costituto parte civile. Altri otto giovani hanno deciso di partecipare al processo solo come parti offese. I due che rimangono (indicati come vittime delle violenze sessuali) non prenderanno parte al processo.
L’indagine su don Stefano compiuta dalla squadra mobile della polizia era partita da due file audio WhatsApp che il genitore di un giovane della parrocchia di San Giuseppe aveva portato in questura. Negli audio si parla del sacerdote e del fatto che alcuni frequentatori della parrocchia avevano subito delle violenze sessuali. Chi parla non è vittima, ma riferisce di cose raccontate da altri. Da lì, tuttavia, sono partiti gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal pubblico ministero Emilio Pisante ieri in aula. Il processo è stato rinviato al prossimo 23 luglio.
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