“Picchiò una prostituta con una spranga per ucciderla”, albanese condannato a nove anni
14 Luglio 2020 16:22
Riconosciuto colpevole di aver tentato di uccidere con una spranga di ferro una lucciola connazionale di 43 anni, un trentacinquenne albanese è stato condannato a nove anni di reclusione. L’imputato si è sempre dichiarato innocente. L’uomo, secondo l’accusa, il 2 marzo del 2019 aveva percosso la prostituta colpendola ripetutamente al capo con un tubo di ferro (dieci punti di sutura) e fracassandole un polso, mentre la donna teneva le mani davanti al volto per proteggersi dai colpi.
La donna vittima dell’aggressione, che ha tre figli, dopo essersi recata in via Caorsana a Piacenza si era imbattuta nello straniero, intento a “pattugliare” la zona in sella alla sua bicicletta. Stando a quanto raccontato dalla donna in una precedente udienza, l’uomo le era parso una brava persona e le aveva chiesto 50 euro al giorno per poter “esercitare” su quel tratto di marciapiede. Proprio per “saldare” il conto con lo straniero, la prostituta si era messa al lavoro anche alle 10 del mattino. Negli ultimi giorni la donna non era riuscita a pagarlo: questa sarebbe la causa della brutale aggressione.
La poveretta era stata salvata dall’intervento di un automobilista di passaggio, che aveva allertato il 113. Alla vista dell’uomo sceso dall’auto, lo sfruttatore era fuggito mentre la sua vittima veniva portata in auto in ospedale. In seguito ad indagini l’uomo era stato arrestato dalla squadra mobile, per poi essere rinchiuso in una cella alle Novate dove è rimasto per diversi mesi. Infine, su istanza degli avvocati difensori, aveva ottenuto gli arresti domiciliari.
“Ricorreremo sicuramente in appello” ha commentato la difesa al termine dell’udienza. “A nostro avviso non c’era il tentativo di omicidio. Va inoltre ricordato che il nostro assistito è stato assolto dall’accusa di porto abusivo di oggetto da offesa. La spranga che sarebbe stata utilizzata per colpire la lucciola, infatti, non è mai stata trovata”.
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