A Venezia Padrenostro, il terrorismo aria di famiglia

08 Agosto 2020 14:16


(ANSA) – ROMA, 08 AGO – Un evento così scioccante e poi tutto il tempo successivo, sospeso con la paura che ricapiti e che non sia finita lì, segnano per sempre anche se sei un bambino. Ha riannodato i suoi fili interiori, li ha rielaborati, fatti diventare altro, una storia per il cinema, Claudio Noce, il regista 45enne che alla Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre) porta in concorso Padrenostro. Nel ringraziare per la selezione, Noce (Good Morning Aman, La Foresta di ghiaccio, Non Uccidere, 1994) ha rivelato che questo film “ha un significato particolare, è una vicenda ispirata alla mia famiglia”. Nel film, scritto da Noce con Enrico Audenino, ambientato nel 1976 a Roma, si racconta la vita di Valerio sconvolta quando, insieme alla madre Gina (Barbara Ronchi), assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate in Calabria carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite. L’attentato ci fu eccome, il 14 dicembre 1976, e fu un’azione di guerra dei Nuclei armati proletari decisi ad uccidere, proprio all’uscita della sua abitazione a Monteverde, il vicequestore Alfonso Noce responsabile della sezione antiterrorismo di Lazio e Abruzzo, come dicono i giornali dell’epoca. L’attentato provocò il ferimento alle gambe di Noce, l’uccisione di uno dei due poliziotti della scorta, il 24enne agente Prisco Palumbo, e un terrorista, Martino Zichitella, colpito per errore. Una volta rintracciati, i membri del Nap ebbero due condanne all’ergastolo. (ANSA).

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