Un anno fa il delitto Pomarelli. L’avvocato: “Le aggravanti erano numerose”
25 Agosto 2020 05:09
Gli esami e gli accertamenti per il caso Pomarelli sono stati lunghi e complessi, prolungati anche a causa del lockdown. Tuttavia il caso Pomarelli – secondo l’avvocato di parte civile Alida Liardo – avrebbe potuto anche meritare un dibattimento e non un rito abbreviato (come è stato stabilito nell’udienza preliminare), con un terzo di sconto di pena.
“Noi avevamo depositato un memoriale – ha detto l’avvocato Liardo che, con il collega Paolo Lentini rappresenta i famigliari di Elisa – in cui a nostro avviso vi erano più aggravanti e non una soltanto”. In sostanza è stata contestata una sola aggravante della minorata difesa da parte della vittima, ma nel memoriale degli avvocati di parte civile sono state indicate anche altre aggravanti come i futili motivi, la crudeltà e la premeditazione, in base alle vigenti leggi sarebbero state sufficienti due aggravanti per aprire le porte al dibattimento senza sconti, con l’ombra dell’ergastolo. Con il rito abbreviato invece, la possibilità di una pena massima diventa più difficile. Il dibattimento è previsto dalla somma di aggravanti come la premeditazione, la minorata difesa, i futili motivi ma anche e soltanto se la vittima fosse stata la moglie dell’assassino.
L’avvocato Liardo spiega dei complessi accertamenti: “C’è stata l’autopsia, l’esame del Dna, quello tossicologico e quello etologo inerente insetti e larve trovate sulla salma. Tali esami sono stati disposti a settembre ed erano poi stati chiesti opportuni approfondimenti in quanto era necessario ai fini processuali la certezza dell’identità della vittima”. Esami che erano stati conclusi a febbraio, ma le successive procedure burocratiche erano state interrotte dalla tragedia provocata dal Covid 19. Il processo per questo caso tornerà in tribunale il prossimo 14 dicembre, data in cui il perito incaricato esporrà i suoi esami circa la capacità d’intendere e di volere di Massimo Sebastiani, accusato dell’omicidio di Elisa. Seguirà la discussione.
Il delitto era avvenuto lo scorso 25 agosto, Elisa era stata strangolata da Massimo Sebastiani nel pollaio di Campogrande di Carpaneto, dove l’uomo abitava.
Dopo aver assassinato la ragazza Sebastiani si era dato alla macchia per giorni e giorni scatenando una caccia all’uomo, alla quale avevano preso parte centinaia di persone fra carabinieri, vigili del fuoco e volontari con tanto di sommozzatori, elicotteri, droni e cani molecolari. Alla fine erano stati i carabinieri della stazione di Carpaneto a trovarlo nei pressi dell’abitazione dell’amico Silvio Perazzi.
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