Le statue del Mochi “tirate a lucido” e protagoniste di un atlante storico
17 Settembre 2020 14:00
In posa lo sono già, ma stamattina, 17 settembre, le due statue equestri di piazza Cavalli sono state anche tirate a lucido e preparate per un vero e proprio book fotografico che le vede protagoniste. Non necessitano di filtri vista la loro bellezza e considerata la bravura del fotografo Fausto Mazza che le ha immortalate in lungo e in largo, soffermandosi soprattutto sui particolari. I due cavalli in bronzo, realizzati dallo scultore toscano Francesco Mochi e risalenti al ‘600, sono infatti caratterizzati da eccezionali elementi su cui probabilmente gli stessi piacentini non si sono mai soffermati. Bassorilievi sui lati, targhe, putti (16 in totale), decorazioni e stemmi. E’ di estrema bellezza anche la ringhiera rettangolare (restaurata una cinquantina di anni fa in un laboratorio a Travo), che delimita lo spazio di pertinenza delle statue. Le due opere sono state ripulite perché saranno oggetto di un atlante storico, a cura del critico d’arte Tomaso Montanari, che verrà pubblicato a metà novembre. Un’idea che rientra nel più ampio progetto di valorizzazione di piazza Cavalli, che si tradurrà anche nell’inaugurazione, sabato 10 ottobre, di “PaladinoPiacenza”, curato da Flavio Arensi, che proporrà un insolito confronto tra i due maestri dell’arte moderna e contemporanea, Francesco Mochi e Mimmo Paladino.
Le statue di Alessandro e Ranuccio I Farnese dialogheranno con un’installazione di grandi dimensioni realizzata appositamente dall’autore campano. L’iniziativa fa parte del programma di Piacenza 2020/21 promosso da un comitato composto da Comune di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi Piacenza-Bobbio, Camera di Commercio di Piacenza, in linea con il tema “Crocevia di culture”, con cui si la nostra città si era candidata al titolo di capitale italiana della cultura.
L’intervento di Mimmo Paladino consiste in una installazione monumentale collocata al centro di piazza Cavalli in posizione equidistante tra i due monumenti equestri di Francesco Mochi ed è composta da 18 sculture in vetroresina, poste su una base quadrangolare di dodici metri.
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