“Il nuovo decreto significa mettere in ginocchio bar e ristoranti”
26 Ottobre 2020 00:03
Non sono tardate ad arrivare le reazioni susseguenti all’approvazione del nuovo Dpcm volto a limitare il contagio da Covid-19 anche da parte dei rappresentati dei pubblici esercizi e dell’Unione dei commercianti di Piacenza.
“Capisco che l’emergenza sia forte, tuttavia non comprendo come possano essere le chiusure di bar e ristoranti alle 18 a evitare il dilagare del contagio – esordisce Christian Lertora Presidente dei pubblici esercizi aderenti all’Unione Commercianti di Piacenza- ma da noi, nei nostri locali, le persone restano sedute in sicurezza; con le nostre attività chiuse, dove andranno? A casa di amici? A cena da colleghi? Li, chi presidierà affinché: non ci siano contagi, vi sia il rispetto delle distanze, indosso delle mascherine, igienizzazione e sanificazione? Non possiamo pensare che i ragazzi non escano, anche perché nulla lo impedisce, e che questi se ne restino tra loro distanti. Noi, con i nostri locali, possiamo garantire che restino seduti ai tavoli, ai banchi, e rispettino le norme. Quando sono in giro da soli a divertirsi chi lo può fare? Sembra che si prendano provvedimenti senza conoscere le abitudini delle persone. Colpiscano giustamente – continua Lertora – gli assembramenti non in regola, si evitino le aggregazioni di persone in strada, aumentino i controlli delle forze dell’ordine, con cui ci dichiariamo da sempre disposti a collaborare, ma non penalizzino coloro che con tanta fatica in questi mesi si sono attrezzati, a loro spese, di sistemi per mettere in sicurezza i locali. Già la chiusura alle ore 24:00 è stata fortemente penalizzante per alcune delle nostre attività, ora la previsione alle 18 ci mette in ginocchio”.
Occorre saper coniugare sicurezza ed economia – interviene il Presidente dell’Unione Commercianti Raffaele Chiappa –. Prendere provvedimenti oggi affinché l’aumento dei casi abbia a cessare permettendoci così di scongiurare una chiusura totale nel periodo di Natale e’certamente fondamentale, tuttavia anch’io nutro forti perplessità che questa sia la strada corretta. Così, ora, sembra essere solamente una penalizzazione per alcune attività che, come anch’io più volte ho detto, si sono spese per mettere in sicurezza i locali sia per i propri clienti ma anche per i propri dipendenti. Non mi riferisco naturalmente solo ai ristoranti e bar ma anche alle palestre, ai centri congressuali, alle aziende di catering, alle discoteche. Spero che questa strada di interventi, doverosa per evitare i contagi, possa essere percorsa con maggior buon senso.Non possiamo pensare di vincere una crisi sanitaria e trovarci a dover perdere la sfida di quella economica. Le nostre attività stavano lentamente cercando di trovare una non facile convivenza con questa pandemia, ora, questo DPCM la rende ancora più complicata. Speriamo – conclude Chiappa – che, come affermato in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio, già martedì in Gazzetta Ufficiale si possano vedere questi ulteriori aiuti, ad oggi possiamo solo dire di essere veramente preoccupati”.
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