Atletica Caorso senza una casa: “Ci alleniamo su argini e marciapiedi”

28 Ottobre 2020 09:36


Foto e interviste realizzate prima del nuovo Dpcm

Stradine di campagna, vecchi argini avvolti dalla nebbia, marciapiedi ai lati di buie carreggiate e addirittura un tunnel che corre sotto l’autostrada.

Sembra lo scenario di un “film horror”, in realtà è la palestra a cielo aperto dei tesserati dell’Atletica Caorso i quali, non potendo contare su di un vero e proprio campo d’allenamento, sono costretti ad inventarsene di tutti i colori pur di dedicarsi alla propria passione. Oltre ai tendini doloranti dopo ore di allenamento sull’asfalto, i rischi più insidiosi sono beccarsi una bella storta oppure – specialmente in inverno e quando cala l’oscurità – essere travolti dalle auto.

“Eppure stiamo parlando di una società con ben 47 anni di attività alle spalle e che comprende decine di tesserati di tutte le età”, spiega con un filo di amarezza Luciano Dametti, memoria storica di questa realtà sportiva.

Mentre i ragazzi corricchiano sotto una leggera pioggerellina attorno al parcheggio delle scuole medie del paese, Angelo Cino, fischietto alla mano e cappellino ben calato sulla testa, osserva sibillino il riscaldamento dei suoi rampolli.

“A volte mi sento un po’ Mickey Goldmill, l’allenatore di Rocky – sorride Cino -, costretto ad escogitarle tutte pur di consentire ai ragazzi di allenarsi. Ma in queste condizioni, credetemi, è davvero dura. Sarebbe sufficiente uno spazio dedicato all’atletica, dove poter condurre un’attività un po’ più dignitosa e potersi dedicare anche a quelle specialità come lanci, salti e ostacoli che, in questa situazione, non è possibile nemmeno prendere in considerazione”.

Una proposta che puntualmente è arrivata sulla scrivania del Comune. “L’amministrazione si è detta disposta ad approfondire la questione – prosegue Cino – ma naturalmente sono subito saltati fuori i vari problemi, strutturali ed economici, relativi a un’eventuale realizzazione dell’impianto di atletica. Tenendo presente tutto questo, abbiamo ridimensionato la nostra proposta: ripeto, ci accontenteremmo di uno spazio circoscritto dedicato”.

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