Il grido d’aiuto dei tassisti piacentini: “Dopo il Dpcm, fatturato crollato dell’80%”
30 Ottobre 2020 04:00
“A volte, prima di registrare una corsa, attendiamo anche novanta minuti. Siamo molto preoccupati, il calo dei guadagni rispetto allo stesso periodo del 2019 è dell’80%. Non sappiamo per quanto riusciremo a resistere”.
E’ il grido d’aiuto dei tassisti piacentini, i quali, come spiegato dal presidente di Cotapi (cooperativa dei tassisti piacentini), William Mafezzoni, sono “allo stremo delle forze”.
“La situazione, già difficile nei mesi scorsi, è ulteriormente peggiorata dopo il recente Dpcm – afferma Mafezzoni – che, pur non toccandoci direttamente, sta avendo conseguenze pesantissime in termini di fatturato anche su di noi”.
SMART WORKING – “Molte aziende, dopo le ulteriori raccomandazioni del governo, preferiscono far muovere i propri dipendenti solo in caso di assoluta necessità – prosegue – e quei pochi che si spostano da altre città preferiscono farlo in auto, per paura dei contagi sui mezzi pubblici. Di conseguenza dai treni scende sempre meno gente e il posteggio dei taxi di piazzale Marconi, davanti la stazione, è quasi sempre pieno di colleghi in attesa. Gli alberghi sono vuoti, nessuno ha più la necessità di farsi accompagnare”.
CHIUSURA ALLE 18 DELLA RISTORAZIONE – Altra pesante “mazzata” alla categoria arriva dalla chiusura alle 18 delle attività di ristorazione. “La nostra clientela, qui a Piacenza, è estremamente composita. Specialmente il venerdì e il sabato sera sono tanti i giovani che, dopo un bicchiere nei locali del centro, ci chiamano per farsi portare a casa. Questo capita anche durante la settimana, non solamente in prossimità del weekend. Adesso, durante i turni notturni, siamo fortunati se riusciamo a portare a termine una corsa”.
DIDATTICA A DISTANZA – “Diversi studenti dell’Università Cattolica e del Politecnico, specialmente quelli internazionali o provenienti ad esempio dal sud, sono a casa e seguono corsi e lezioni online. A questo aggiungiamo pure gli anziani che si sono visti cancellare negli ultimi giorni screening e visite, e che quindi non hanno bisogno del taxi che li accompagni all’ospedale o in clinica”. Infine sono calati i clienti stranieri, complici l’annullamento dei voli, la quarantena obbligatoria (valida in molti Paesi) per chiunque arrivi dall’Italia e l’aumento dei prezzi dei biglietti.
IL DECRETO RISTORI – Una piccola speranza d’ossigeno è riposta nel tanto atteso “decreto ristori”, che prevede indennizzi a fondo perduto anche per i taxi. “Ma temiamo che comunque sia poca roba – conclude Mafezzoni. – Se a questo aggiungiamo pure il dramma che scaturirebbe da un eventuale nuovo lockdown nazionale, c’è veramente poco da stare sereni”.
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