Martari è L’Alligatore di Carlotto per Vicari
17 Novembre 2020 12:35
(ANSA) – ROMA, 17 NOV – Un crime noir padano a ritmo di blues: arriva in tv L’alligatore, detective senza licenza e appena uscito di galera (condannato ingiustamente). Per il suo scrittore, Massimo Carlotto, tradotto in tutto il mondo, non c’era modo migliore di festeggiare i 25 anni di questo anti-eroe noir, nato nel ’95, passato attraverso nove romanzi (e/o edizioni). “Un Veneto dalle notti piovose, con la laguna deserta, la nebbia con il suo sfondo nostalgico, è protagonista nelle avventure dell’Alligatore”. Parola del regista, showrunner Daniele Vicari (Diaz, Sole Cuore Amore, Il Giorno e La notte), con Daniele Scarigi con lui dietro la macchina da presa, che dal 25 novembre porta in tv la serie in onda su Rai2 per quattro prime serate (anticipate su Rai Play dal 18). Personaggio nato dalla penna dello scrittore padovano (che ha collaborato alla sceneggiatura, firmata da Laura Paolucci e Andrea Cedrola), trasposto nell’omonima serie per Rai Fiction e Fandango, con protagonista Matteo Martari nei panni di Marco Buratti, un ex cantante di Blues. “L’Alligatore è una novità nel panorama tv italiano per il suo stile hard-boiled in versione mediterranea. Dietro le sbarre, l’uomo ha messo da parte il canto – ricorda Vicari -. Gli interrogativi su di lui sono tanti. L’alligatore diventa un investigatore molto particolare. Insieme a due amici, altrettanto particolari, Rossini (Thomas Trabacchi) e Max la memoria (Gianluca Gobbi), crea una “band” che rivela le malefatte di organizzazioni criminali e di ambienti collusi”. Per Vicari si tratta della prima serie tv: “ho amato molto i libri di Carlotto, non solo per le storie, ma per le varie sfaccettature dei personaggi: anche quello appena accennato lasciava un segno indelebile. Grazie poi alla sua collaborazione alla sceneggiatura abbiamo avuto ampio margine nell’adattamento della storia, ad esempio ambientandola nei giorni nostri”. Dice Matteo Martari: “Ho letto tutto Carlotto, sono veneto nel più profondo, cresciuto immerso in quei paesaggi, ho pescato nella laguna tutta l’energia necessaria per cercare di dare al mio personaggio il vitalismo e al tempo stesso la malinconia con cui Carlotto ha immaginato Buratti”. (ANSA).
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