La pandemia negli appartamenti per disabili: “A Natale potremo stare con i nostri cari?”
21 Novembre 2020 12:48
Ansia, incertezze e fragilità: conseguenze ormai note della pandemia da Coronavirus, che però si moltiplicano nel mondo della disabilità. Lo spiegano i responsabili dei gruppi-appartamento di Aias in via Scalabrini e via Gaspare Landi, strutture che forniscono assistenza e cura ai portatori di handicap, in sostituzione o in alternativa al nucleo familiare.
“Qui – spiega la coordinatrice Alberta Solenghi – accogliamo undici cittadini dai 30 ai 73 anni, in pianta stabile, mentre altri sei posti sono destinati alla permanenza temporanea per instaurare un percorso di autonomia abitativa o per dare sollievo ai genitori che ogni giorno si prendono cura dei loro figli disabili”. Nel nostro territorio, l’importanza dei gruppi-appartamento si è quindi accentuata con l’epidemia da Covid: centri diurni per disabili chiusi o riaperti solo parzialmente, parenti “caregiver” in isolamento da Coronavirus, situazioni di stress causate dalle limitazioni anti-contagio. “I dipendenti e gli ospiti – aggiunge Solenghi – hanno avuto bisogno di un profondo supporto psicologico”. L’ansia è forte: “Temono di ripiombare nel lockdown e di non poter rivedere i loro affetti durante le feste, continuano a chiederci rassicurazioni: a Natale potremo stare con i nostri parenti? Mangeremo insieme?“.
L’impatto dell’allerta sanitaria sulla disabilità lo evidenzia anche l’amministrazione comunale: “In seguito alle restrizioni nei centri diurni – sottolinea l’assessore al welfare Federica Sgorbati – da marzo ad oggi abbiamo attivato oltre sessanta progetti individuali per cittadini portatori di handicap, ovvero percorsi di assistenza studiati ad hoc”.
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