Il Papa ai giovani piacentini: “Siate artigiani del vostro futuro”
28 Agosto 2013 15:55
Città del Vaticano – Il reportage dalla nostra inviata Nicoletta Marenghi – Ha salutato proprio tutti, uno ad uno e per ciascuno ha avuto un sorriso. Papa Francesco non ha deluso le attese dei seicento ragazzi piacentini che lo hanno aspettato con trepidazione nell’area riservata all’interno della Basilica di San Pietro. Alle 16, puntuale, il pontefice ha fatto il suo ingresso e dai ragazzi è partito un applauso spontaneo e scrosciante. L’entrata era stata predisposta nei pressi dell’altare, ma, come ormai abitudine, Francesco ha infranto gli schemi ed ha preferito attraversare tutta la navata per raccogliere subito l’abbraccio carico di entusiasmo dei suoi ragazzi. Ha salutato e baciato i portatori di handicap e poi si è diretto verso l’altare dove ad accoglierlo c’era il vescovo Gianni Ambrosio che, visibilmente emozionato, lo ha ringraziato per questo dono, unico nella storia della diocesi di Piacenza-Bobbio. Papa Francesco si è avvicinato al microfono e, con il sorriso, ha subito mostrato il suo calore, il suo stile umano, bonario e come si sente dire ovunque, “alla mano”.
“Sono un egoista – ha detto Francesco – perché a me piace stare con voi giovani”, un’espressione che ha suscitato l’immediato applauso di approvazione della platea. “Dovete essere gli artigiani del vostro futuro. Voi cercate tre cose: la bellezza, la bontà e la verità. Su queste basi costruite il vostro futuro. A chi mi dice: “ma come faccio, non c’è niente di bello”, io rispondo di andare dallo psichiatra. Non lasciatevi prendere dalla pigrizia e dalla tristezza, andate controcorrente e il mondo è nelle vostre mani”.
Parole pronunciate con semplicità da un pontefice che è prima uomo e poi cristiano e, forse per questo, amato da tutti. Il discorso più volte è stato interrotto dal battito di mani e dai cori da stadio “Francesco Francesco” oltre al classico “W il Papa”.
Prima di chiudere, il pontefice ha invitato tutti a pregare per lui “perché questo è un mestiere insalubre”, ha ironizzato. Francesco, dopo aver ricevuto i quattro doni portati dai rappresentati della Diocesi (un quaderno per i pensieri sui giovani, una penna, le opere di san Colombano e un quadro dell’artista piacentino Xerra), ha salutato di persona un gruppo di ragazzi scelti tra le varie parrocchie.
Qualcuno lo ha abbracciato, altri lo hanno baciato timidamente, qualcuno ha chiesto una preghiera per la propria famiglia. “È un momento indimenticabile, sembrava uno di casa”, hanno detto i ragazzi dopo l’incontro, ancora carichi di entusiasmo e di stupore. Il momento più atteso è arrivato quando Francesco ha lasciato l’altare per dirigersi fiero verso il bagno di folla. Mani allungate, invocazioni e cellulari spianati: tutti hanno cercato il contatto diretto con quel Papa che ha stabilito fin dal principio una relazione familiare con i suoi fedeli. I gendarmi lo conoscono bene: “Non spingetevi, tanto passa a salutare tutti”. Avevano ragione, il Papa ha stretto la mano cercando di guardare negli occhi tutti gli interlocutori, ha baciato i bambini, si è fatto scattare le foto con i fedeli e ha chiesto di pregare per lui. Non c’è commozione tra i volti dei ragazzi, ci sono l’entusiasmo e la gioia trasmessi da un uomo illuminato che ha restituito la speranza ad una generazione chiamata a rimboccarsi le maniche, a non piangersi addosso e a non arrendersi. “Sembrava di parlare con mio padre”, ha detto una ragazza; con una coppia di giovani sposi che gli hanno confidato di essersi sposati a giugno ha ironizzato come si fa al bar: “Allora siete in galera da giugno!”. Loro hanno riso.
Da quel “Buonasera”, pronunciato in piazza San Pietro la sera dell’elezione il 13 marzo 2013, Francesco ha fatto breccia nel cuore della gente e in pochi mesi di lavoro ha già lasciato un’impronta importante nella Storia.
Don Federico Tagliaferri questa mattina ha ricevuto un messaggio dal papà di Luca, il bimbo morto in auto nel giugno scorso, e lo ha riferito al Papa, il quale ha risposto che pregherà per loro.
AGGIORNAMENTO DELLE 16
È arrivato puntuale alle 16 Papa Francesco, atteso con trepidazione da quasi 600 giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio arrivati a Roma per incontrare il pontefice. Accolto dal vescovo Gianni Ambrosio e dallo scrosciante applauso dei giovani il Papa si è diretto verso l’altare della Cattedra.
“Vi ho voluti incontrare perché sono egoista: mi piace stare con voi giovani”.
Sono le prime parole del pontefice rivolte ai giovani piacentini nell’incontro in San Pietro. “A chi mi dice: non riesco a fare niente perché non sono i tempi giusti lo mando dallo psichiatra”.
“Voi siete artigiani del vostro futuro – ha proseguito Papa Francesco -. A voi piace la bellezza, quando fate arte, musica, voi state cercando la bellezza. Ai voi piace la bontà e questo è contagioso perché aiuta gli altri, voi avete sete di verità. Bellezza, bontà e verità, così dovete costruire il futuro. Se voi siete pigri e tristi non va bene, non costruite il futuro giusto”. Le parole del pontefice sono state accolte da un fragoroso applauso.
“Ci saranno sempre persone che vorranno bloccare la vostra strada – ha proseguito Francesco -, voi andate controcorrente, andate per la vostra strada, rifiutate alcol e droga. Andate controcorrente, questo significa fare rumore. Con i valori della bellezza, della verita e della bontà”. “Voglio darvi la benedizione: prima chiediamo alla Madonna la grazia del coraggio per andare avanti e controcorrente”.
“Pregate per me perché questo è un lavoro “insalubre”.
Sono le ultime parole del pontefice, seguite da un sorriso, e accompagnate da un caloroso applauso dei piacentini.
Dopo il discorso e dopo aver ricevuto i doni Papa Francesco ha accolto una ventina di ragazzi e li ha abbracciati. I giovani hanno risposto con i cori “Francesco, Francesco e W il Papa”.
AGGIORNAMENTO DELLE 13
Giovani piacentini dal Papa, mons. Ambrosio: “Trepidazione e gioia”
Radio vaticana ha intervistato il vescovo di Piacenza, mons. Gianni Ambrosio, che guida i giovani della diocesi nel pellegrinaggio a Roma. I giovani, spiega, “vivono questa attesa con una certa trepidazione, ma anche riconoscendo nel Papa il loro papà! Mi hanno detto di rivolgermi a lui, chiamandolo “Carissimo Papa Francesco”, ed io volentieri ascolto il loro suggerimento e mi rivolgerò al Santo Padre chiamandolo così, in modo affettuoso, perché desiderano esprimere il loro amore filiale nei confronti del Papa, il legame, la scelta di appartenenza alla Chiesa”. “Si conclude in qualche modo qui la nostra Giornata mondiale della gioventù, nell’incontro con il Papa – aggiunge il vescovo -. Un momento davvero di trepidazione e di gioia, ma anche di fede profonda, espressa pure attraverso l’affetto nei confronti del Papa”.
Oggi 500 giovani piacentini incontrano Papa Francesco – Sono partiti all’alba da Piacenza e provincia i 7 pullman che accompagneranno a Roma 350 ragazzi della diocesi di Piacenza-Bobbio che nel pomeriggio si uniranno agli altri 150 partiti ieri per il Tour de Vie a Roma. Alle 16 in san Pietro è previsto l’incontro con Papa Francesco nello spazio restrostante il baldacchino del Bernini. Sui pullman carichi di ragazzi tra i 15 e 20 anni c’è grande fermento per l’evento unico nella storia della diocesi di Piacenza-Bobbio. È stato il Pontefice a voler incontrare i giovani in pellegrinaggio nella Capitale nonostante le udienze del mercoledì fossero state sospese nel periodo estivo. A guidare la comitiva sarà il vescovo monsignor Gianni Ambrosio con i partecipanti al Tour de Vie.
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