“Tutti i giorni a contatto con i defunti Covid: siamo a rischio, chiediamo di essere vaccinati”
19 Febbraio 2021 00:05
C’è una categoria di lavoratori che tutti i giorni è a contatto con i malati Covid quasi come medici e infermieri: gli operatori funebri. A differenza dei sanitari, però, nessuno pare averli mai presi in considerazione tra coloro da vaccinare prioritariamente.
“Eppure siamo a tutti gli effetti tra i lavoratori più esposti al rischio diretto – spiega Sara Guglieri, dell’impresa funebre Garilli di Farini – perché fisicamente a contatto coloro che erano contagiati. E’ quasi incredibile che nessuno abbia pensato anche noi al momento di stabilire le varie precedenze per il vaccino”.
I loro lavoro in questi mesi di pandemia si è fatto ancora più difficile e delicato: “Quando avviene un decesso per Covid, siamo gli unici che possono entrare nelle camere mortuarie, neppure i familiari possono accedere. Ovviamente seguiamo alla lettera il rigido protocollo di sicurezza previsto, dall’abbigliamento ai comportamenti, ma siamo comunque a rischio. In ospedale o nelle Rsa più grandi troviamo i defunti già posizionati in un sacco di sicurezza che dobbiamo solo mettere nella cassa, immediatamente chiusa, ma in quelle più piccole o nelle abitazioni private dobbiamo fare tutto noi. La procedura è più semplice e sicura rispetto a quella ordinaria, ma c’è comunque un contatto diretto con una persona che sappiamo ufficialmente essere stata infetta e con l’ambiente in cui ha trascorso la malattia”.
Una problematica che riguarda in misura minore anche chi lavora al forno crematorio o nei vari cimiteri.
Sara Guglieri porta, infine, un esempio personale che mette in un luce una delle contraddizioni che si è venuta a creare nella gestione delle vaccinazioni: “Io faccio saltuariamente la volontaria in Croce Rossa a Farini e per questo mio impegno sporadico ho già ricevuto la prima dose di vaccino, anche se magari non avrò mai a che fare con qualcuno di contagiato. Al lavoro, invece, sto sette giorni alla settimana assieme a coloro che hanno quotidianamente contatti diretti con positivi. Ma il vaccino non ci spetta”.
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