Chloè Zaho, regista Nomadland, dovunque sono outsider
20 Febbraio 2021 17:37
(di Francesco Gallo) (ANSA) – ROMA, 20 FEB – “Penso che la parola outsider sia la chiave di tutto. Mi sento outsider ovunque vada e credo che questo mi abbia fatto identificare naturalmente con i personaggi di NOMADLAND. Se vivessi nel Regno Unito o in Cina, sarei attratta da chi sta ai margini di quelle società”. Così, in collegamento remoto Chloé Zhao, regista di quel NOMADLAND che dopo il Leone d’oro a Venezia si prepara a sbancare la 78/a edizione dei Golden Globe con 4 nomination ed è tra i favoriti per la corsa agli Oscar. La Zhao, nata a Pechino nel 1982 e cantrice degli emarginati protagonisti anche degli altri due suoi lungometraggi, Songs My Brothers Taught Me e The Rider – Il sogno di un cowboy, con NOMADLAND ha adattato l’omonimo libro della giornalista Jessica Bruder che racconta la storia di una donna ‘nomade’ che attraversa gli Stati Uniti sul suo furgone, interpretata da Frances McDormand. Una vedova che ha iniziato a migrare come tanti negli States, da un lato all’altro del Paese attraverso i mezzi di trasporto più vari, tra un lavoro precario e l’altro: insomma i ‘nuovi poveri’, in genere anziani e senza speranza. “Penso che la questione della cura degli anziani sia un vero problema negli States come in tutte le società capitalistiche. Per le donne poi è anche peggio. C’è il sessismo sul posto di lavoro e poi sono pagate meno degli uomini e di conseguenza la loro previdenza sociale è molto bassa”. Infine, ecco un’illuminante citazione, tratta da Desert Solitaire di Edward Abbey, e che per Chloé Zaho sintetizza NOMADLAND (da oggi in contemporanea in Usa streaming su Hulu e nei cinema aperti, mentre in Italia si attende la riapertura delle sale) e la sua stessa filosofia di vita: “Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare. A volte penso, senz’altro in modo perverso, che l’uomo è un sogno, il pensiero un’illusione, e solo la roccia è reale. La roccia e il sole”. (ANSA).
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