Arriva la conferma: l’Emilia Romagna rimane in zona arancione. Boom di ricoveri
05 Marzo 2021 19:27
Il ministro della salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato le nuove ordinanze che entreranno in vigore a partire da lunedì 8 marzo.
Si pensava che la nostra regione sarebbe passata in zona rossa e invece resta arancione: la decisione sarebbe dovuta anche alle differenze che ci sono fra i vari territori della provincia. Per Bologna e Modena, le due zone maggiormente sotto pressione, è già infatti stata istituita la zona rossa, mentre Rimini, Ravenna, Cesena e Reggio Emilia sono in ‘arancione scuro’. A Piacenza la situazione al momento è sotto controllo anche se le istituzioni si aspettano un peggioramento nelle prossime settimane dovuto al diffondersi della variante inglese del virus.
Passano in area arancione le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. La Lombardia evita la zona rossa, passando all’arancione scuro. La Campania passa in zona rossa da lunedì 8 marzo.
TERAPIA INTENSIVA – L’Emilia-Romagna rientra tra le nove regioni e province autonome le cui terapie intensive hanno superato la soglia critica del 30% di occupazione dei posti per i malati di Covid, insieme all’Abruzzo, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, le Marche, il Molise, la provincia autonoma di Bolzano, quella di Trento e l’Umbria.
VARIANTI – “Bisogna intervenire in maniera tempestiva e radicale per contenere le varianti del virus”, ha affermato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nel corso della conferenza stampa di oggi al ministero della salute. “Bisogna implementare misure contenimento maggiori a partire dalle regioni”.
“SITUAZIONE ANALOGA A MARZO 2020” – La situazione dell’epidemia di Covid-19 in Italia è analoga a quella del marzo 2020: lo indica l’analisi delle curve relative al numero di ricoveri nei reparti di terapia intensiva fatta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac). “Sembra che siamo tornati alla situazione di un anno fa, con le curve delle terapie intensive di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna in crescita esponenziale, con tempo di raddoppio di poco sopra a quattro giorni per le prime due e pari a sette giorni circa per l’ultima”, osserva il matematico.
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