Case di appuntamento con triage sanitario: sanificazioni e mascherine. Due arresti

08 Marzo 2021 12:10

 

Case di appuntamento dotate di “triage sanitario” per attirare la clientela anche in pieno lockdown e per non perdere il giro di affari. I clienti, dopo aver pagato la prestazione, venivano fatti accomodare in un disimpegno per la rilevazione della temperatura con un termometro digitale e la disinfestazione delle calzature. Dopo essere stati igienizzati e forniti di mascherina, potevano entrare nell’area trattamento “massaggi” per ricevere la prestazione sessuale pattuita.

I carabinieri del Norm della Compagnia di Cremona, la mattina del 5 marzo, hanno arrestato un 73enne originario di Mede (PV), ma da anni residente a Fiorenzuola d’Arda e la sua convivente, una 52enne di nazionalità cinese.

Le indagini, condotte dai carabinieri, sono scattate dopo le segnalazioni di alcuni cittadini preoccupati per il continuo viavai causato dai clienti (tutti uomini adulti che prima di accedere anticipavano l’ingresso con una telefonata), rimasto costante anche nel periodo di massimo lockdown, delle festività natalizie. I due arrestati sono risultati gestori di due abitazioni (una a Cremona ed una a Crema), dove veniva favorita la prostituzione di giovani donne di nazionalità cinese, dietro il paravento di un’attività di “centro massaggi.

SEGNALAZIONI DI PROFESSIONISTI – Tra le segnalazioni anche quelle di alcuni professionisti o uomini che per motivi di lavoro frequentavano altri uffici presenti nel condominio dove era stata creata la casa d’appuntamento. Uomini che avevano ricevuto delle esplicite “avance” da ragazze cinesi. L’attività illecita veniva ampiamente pubblicizzata sulla rete internet e attraverso la pubblicazione di annunci. In particolare un appartamento posto all’interno di un elegante condominio residenziale in via Bergamo a Cremona, è stato individuato quale luogo in cui alcune giovani donne cinesi, venivano fatte prostituire dalla coppia. Ragazze che venivano reclutate tramite annunci di lavoro per massaggiatrici, quindi fatte alloggiare nonché minacciate, nel caso in cui non avessero accettato di prostituirsi, di rimanere senza lavoro e segregate in casa, costringendole così a consegnare i proventi ottenuti (tra i 30 e i 50 euro per prestazione).

TELECAMERE DI SORVEGLIANZA – Sono ancora in corso accertamenti per stabilire il numero esatto delle giovani fatte prostituire nei due appartamenti gestiti dalla coppia, in quanto ciclicamente venivano sostituite, ma in ogni caso risultano tutte provenire dalle comunità cinesi di Milano e Pavia. L’appartamento di proprietà di una professionista cremonese, estranea alla vicenda, e preso in affitto dalla coppia, con il falso pretesto di volerci andare a vivere, è stato posto sotto sequestro. Fuori dalla porta d’ingresso della casa, era stata istallata una telecamera di videosorveglianza, per monitorare la presenza sul pianerottolo dei clienti al loro arrivo, sia di eventuali soggetti estranei, per eludere eventuali interventi o controlli di polizia. L’attività di indagine ha confermato, che la proprietaria stessa dell’appartamento aveva già spiegato al 73enne che l’istallazione della telecamera non era autorizzata e che non potevano essere riprese le persone che accedevano al condominio, ma l’uomo aveva risposto “che l’aveva istallata in quanto in giro ci sono delle persone cattive che avvicinano gli anziani come lui con cattive intenzioni”.

CLIENTI DA PIACENZA – Decine i clienti provenienti dalle province, di Cremona, Piacenza, Parma, Lodi, Mantova e Brescia, che frequentavano gli appartamenti gestiti dalla coppia, sempre in orari diurni per “mascherare il sospetto viavai” con le numerose regolari attività di ufficio che si svolgevano negli altri appartamenti occupati nei condomini di Cremona e di Crema. Clientela su cui i carabinieri stanno svolgendo i dovuti accertamenti anche in virtù delle violazione commesse in relazione alla normativa ministeriale in materia “anti-Covid”, in particolare per raggiungere le “case d’appuntamento” violando le prescrizioni sui movimenti tra i vari comuni, province e regioni a seconda del “colore” in vigore nelle circostanze dell’incontro con le prostitute.

Il 73enne italiano e la 52enne cinese, sono stati rintracciati e arrestati all’interno della loro abitazione di residenza di Fiorenzuola d’Arda, nei pressi della stazione ferroviaria del centro piacentino e che nel corso delle indagini è risultata essere stata usata spesso quale base logistica, utilizzata per ospitare le donne reclutate per il successivo avvio all’attività di prostituzione.

In fase di indagine, il 23 febbraio, nel corso di una perquisizione domiciliare il 73enne, per opporsi al controllo, all’identificazione ed all’esecuzione del decreto di perquisizione, ha usato violenza e minacce nei confronti dei carabinieri per cui nei suoi confronti è scattato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

SEQUESTRO MATERIALE – Nel corso delle perquisizioni domiciliari, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato, abbigliamento, preservativi, gel ed oli lubrificanti, spray igienizzanti (nella camera da letto dove venivano consumate le prestazioni sessuali) e una somma in contanti di oltre 16mila euro in banconote di piccolo taglio. Il 73enne aveva anche addosso una fondina, per il porto di una pistola ad aria compressa, provvista di caricatore da 16 colpi, contenente 14 colpi costituiti da pallini metallici che lo stesso dichiarava di usare per difendersi dai malintenzionati.

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