Il bis di Can da la Bissa
Di Giorgio Lambri 08 Aprile 2021 12:48
Guido Sicuro ci ha preso gusto e bissa il suo spumante “Can da la Bissa” griffato Musetti. Un raffinato e giovanile rosè ottenuto con metodo Charmat (anche se il creatore preferisce dire Martinotti) da un blend di uve (Malvasia, Ortrugo, Barbera e Bonarda) provenienti dal vigneto biologico “La Meridiana”, sulle colline argillose di Ancarano. Il terroir caratterizza fortemente questo spumante, come anche la lavorazione, affidata ad un mago del vino come Enrico Sgorbati di Torre Fornello, che parte da una pressatura soffice di tutte le uve per proseguire con una monofermentazione in autoclave e una successiva permanenza in acciaio per sei mesi assieme ai “fondi di fermentazione” (fecce fini) con un triplo virtuoso risultato: quello antiossidante, quello di preservare gli aspetti più fruttati e immediati e quello di rendere più delicato il colore rosa del vino (cipria pallido). Più di seimila bottiglie, che appena scese allegramente nella flûte rivelano una bella spuma densa e persistente che evolve in un perlage fine e continuo.
Rispetto al primo anno, questa seconda edizione di Can da la Bissa vede ulteriormente esaltati, assieme alla classica crosta di pane, i profumi agrumati e di frutta tropicale. Il sorso è prolungatamente piacevole, “chiama” quasi in automatico un secondo assaggio. Un Brut elegante, da servire non oltre i 5/6 gradi, particolarmente adatto per l’aperitivo, ma che ama sposarsi anche con il pesce e – perché no? – con i salumi della tradizione piacentina. Per Guido Sicuro, patron di Musetti Caffè, l’orgoglio di una bottiglia realizzata con le uve di casa, nel suo “clos” di Ancarano. Con un nome che richiama la dinastia dei Visconti, una delle più antiche famiglie nobili italiane, che amanti della caccia, solevano circondarsi di levrieri e segugi che indossavano un collare con stemma visconteo: la biscia.
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