“Controllo degli animali selvatici: i cacciatori-selettori hanno le mani legate”

27 Aprile 2021 04:45

“Noi cacciatori siamo dalla parte degli agricoltori, ma abbiamo le mani legate”. Il vicepresidente dell’Atc 1, Giuseppe Ferri, interviene dopo le polemiche sollevate dall’utilizzo di dissuasori utilizzati da alcuni agricoltori valtidonesi per proteggere i campi dalle incursioni dei cinghiali. I cacciatori si sono sentiti chiamati in causa da chi li ha accusati di non fare appieno il loro dovere. “A seconda dei momenti – dice Ferri – passiamo dall’essere additati come assassini sanguinari oppure come nullafacenti. In realtà – dice il vicepresidente di Atc 1 – il cacciatore è una persona che ha un suo lavoro e che coltiva nel tempo libero questa passione”.
Secondo Ferri sono tante le imitazioni, territoriali e normative, che vincolano fortemente l’attività delle doppiette relativamente all’abbattimento dei cinghiali.

Gli fa eco Francesco Monica, cacciatore di selezione (ossia autorizzato ad attuare i piani di prelievo o abbattimento stabiliti dalla Regione secondo le leggi e criteri scientifici), che prende spunto dal caso del capriolo filmato in via Scalabrini, pieno centro città a Piacenza: “Gli orari della selvaggina non seguono ovviamente quelli degli umani, quindi gli interventi di selezione più efficaci sono effettuati alle prime luce dell’alba e all’imbrunire. E’ impossibile finire entro le 22.00. Senza una deroga specifica, i selettori, come tutti gli altri cittadini, devono rispettare gli orari del coprifuoco, che rendono impossibile tale attività: il che vuol dire più animali in circolazione destinati a muoversi verso paesi e città alla ricerca di cibo, mettendo a rischio innanzitutto se stessi”.

 

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