Cannabis: assolto malato; Dadone, oggi giorno storico

27 Aprile 2021 17:53


(ANSA) – ROMA, 27 APR – “Oggi è un giorno storico. Walter De Benedetto aveva allestito una serra di marijuana per usare la sostanza a scopo terapeutico e lenire i dolori. ‘Quella serra non era reato’ e quindi oggi è arrivata l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Questa sentenza è naturale, ovvia, scontata così come sono irrazionali le argomentazioni di chi dice che i malati hanno accesso alla cannabis terapeutica in Italia e che va tutto bene”. Lo afferma la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone in un lungo post su Facebook, dove aggiunge: “Oggi mi sento di festeggiare questa sentenza e lo faccio con un test antidroga del capello”. Dopo aver ricordato che “in Italia ad oggi i malati sono costretti a battaglie legali perché abbiamo troppi legislatori che rifiutano pregiudizialmente un confronto nel merito”, la ministra Dadone invita “per l’ennesima volta a un atto di coerenza pubblica i detrattori della legalizzazione della marijuana che ritengono ‘cattivi maestri’ quelli a favore. Abbiate #unfilodicoerenza e fatelo anche voi dimostrando che non c’è ipocrisia in questa vostra posizione”. “Posso non assumere sostanze stupefacenti – puntualizza Dadone nel post – ed essere a favore della legalizzazione della marijuana, posso essere eterosessuale ed essere a favore dei diritti lgbt. Non abbiamo bisogno di vivere direttamente un’esperienza per comprenderla, per empatizzare con chi soffre ogni giorno in silenzio i soprusi di una mentalità violenta e repressiva. Non siamo noi quelli sbagliati, non siamo noi i criminali e spesso è proprio chi vive di questa linearità di pensiero a nascondere una frustrazione, un segreto. Non abbiate paura e se siete contro la legalizzazione e contro i diritti per chi soffre argomentate le vostre idee senza slogan, senza violenza e senza pregiudizi. Fate un passo verso il confronto, non è mai una mossa sbagliata. Walter oggi – conclude la ministra – non è stato un cattivo maestro, anzi. Voi potete dire lo stesso?” (ANSA).

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