Ramen, il giappone sotto casa!
Di Giorgio Lambri 06 Maggio 2021 20:24
C’è un giappone di tendenza e uno di sostanza. Quello di Giulia Porta e del suo Sosushi Plus appartiene a quest’ultima “specie”. Aperto esattamente dieci anni fa sul Corso (di fianco a Marechiaro) e traslocato cinque anni dopo (davanti a Marechiaro!) si connota per aver avuto fin dall’inizio uno chef giapponese, Takaaki San, e per zero concessioni alle “cineserie da discount”. Ingredienti di prima scelta, rigoroso rispetto delle ricette, prezzi adeguati alla qualità delle preparazioni.
Uno dei must del locale è stato fin dall’inizio il ramen, tipico piatto giapponese a base di spaghetti di frumento serviti in brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con salsa di soia o miso e con guarnizioni come maiale affettato, alghe marine secche, kamaboko, uova, negi e a volte mais.
Attenzione! Dimenticate le brodaglie da “all you can eat”, stiamo parlando di un piatto di antica saggezza popolare esaltato dall’equilibrio tra i singoli elementi: l’umami del brodo caldo, la consistenza dei fili di pasta (noodles o tagliatelle, che dir si voglia), il gioco di sapori e texture del topping. La sua preparazione è un’arte, laboriosa e paziente. Gustarlo è un’esperienza che prima o poi vale la pena fare. Sosushi Plus ne propone quattro (di maiale, pollo e pesce) con la possibilità di un take away creativo. “Si può portarlo a casa nella versione express, ma non conviene – spiega Giulia – perché va gustato caldissimo e appena fatto. Così noi abbiamo creato la versione da “preparare” cuocendo i tagliolini in acqua salata e tuffandoli poi nel brodo, che deve essere bollente, guarnendo infine con le fette di carne (coppa di maiale), l’uovo (marinato nella soya e tagliato a metà) e il cipollotto fresco.
Chi sceglie il ramen di pesce dovrà far saltare in padella gamberi e seppie per 2/3 minuti”.
Va mangiato con le bacchette e senza paura di infrangere il galateo! Secondo l’usanza tradizionale il boccone va infatti inghiottito con un sonoro schiocco della lingua in segno di apprezzamento. Dopo aver gustato tagliolini, carne e verdure, si impugna la ciotola e inclinandola si beve il brodo rimasto.
Itadakimasu, cioè buon appetito.
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