“Il lockdown ha portato anche la depressione a chi è stato colpito da ictus”
13 Maggio 2021 05:30
Gli effetti del lockdown sono stati devastanti per le persone colpite da ictus, che non hanno dovuto fare i conti solo con le conseguenze della malattia, spesso molto pesanti, ma anche con l’impossibilità di proseguire con il processo di riabilitazione.
“Chiusi in casa – spiega Anna Maria Barbieri, presidente provinciale dell’associazione Alice – non hanno potuto svolgere le indispensabili attività per lo sviluppo motorio e cognitivo, così come la logopedia. Con il ritorno in zona gialla abbiamo iniziato ad accogliere di nuovo qualcuno nel nostro centro e immediatamente abbiamo notato dei seri peggioramenti”. C’è chi fa molta fatica a muoversi e chi non riesce più a parlare.
E in molti casi il quadro è aggravato da una pesante sofferenza psicologica, sfociata anche in depressione. “E non si creda che si tratti solo di anziani, perché abbiamo a che fare anche con cinquantenni che da un giorno all’altro hanno vista rivoluzionata la propria vita”, aggiunge.
Vale per chi è colpito dall’ictus, ma anche per le loro famiglie.
Non è un caso che il maggior numero di telefonate alla linea telefonica di aiuto attivata da Alice Emilia Romagna (al numero 340-2277001, attiva dal lunedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00) sia arrivata proprio dai parenti di chi è alle prese con la malattia.
Fortunatamente da 15 giorni è ricominciata l’attività in presenza negli spazi dell’associazione, in via Giovanni Pallastrelli: ospiti e operatori sono ovviamente vaccinati, si incontrano due volte a settimana (il lunedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00). “Per quasi tutti è stata una liberazione poter finalmente uscire di casa e rivedere quelli che sono diventati amici – commenta Barbieri – ma accanto alla ripresa della socialità, è fondamentale quella delle attività fisiche, perché quei miglioramenti ottenuti in anni di lavoro sono andati persi”.
Ma l’associazione Alice invita le famiglie a chiamare il numero 340-2277001 anche per le questioni più strettamente burocratiche. “Quasi nessuno sa, ad esempio – spiega la presidente provinciale – che la moglie che assiste il marito a casa ha diritto a due ore di sollievo al giorno. Oppure quali siano le pratiche per ottenere i contributi per adattare scale e bagni dell’abitazione alle nuove esigenze. Noi forniamo anche questo supporto”.
IL SERVIZIO DI MICHELE RANCATI
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