La manifestazione nazionale OBIS. “Noi discriminati, fateci lavorare”

28 Maggio 2021 19:21

“Ripartiamo, ripartiamo, ripartiamo. Siamo stati il “social” prima dei “social”. Siamo nati all’inizio del ‘900, prima della corrente elettrica. Dai balli nelle aie ai grandi locali, generiamo non solo economia, ma gioia, pace, speranza. Siamo una medicina per lo spirito e per l’anima. Il nostro è un lavoro, non è un hobby. La nostra identità culturale non è calpestabile, rappresentiamo un pezzo importante della storia e cultura del nostro Bel Paese ma ci sentiamo discriminati, unica categoria a non avere ancora la possibilità di tornare alla propria professione. Fateci ripartire”.

Questo il messaggio lanciato da Piazza Cavalli nel tardo pomeriggio di venerdì 28 maggio dalla manifestazione nazionale dell’Unione Obis, l’associazione italiana delle orchestre e dello spettacolo da ballo. 150 musicisti, cantanti e orchestrali un po’ da tutta Italia si sono radunati con i loro strumenti inscenando un flash-mob tra musica e parole che ha coinvolto anche centinaia di cittadini, di passaggio o amanti del genere di tutte le età, che hanno seguito la manifestazione appoggiati alle transenne che cingevano la piazza.

Puntuale alle 18.30, diffusa in diretta streaming via web sui social con una regia precisa e ben scandita, la protesta di Obis si è aperta sulle note dell’inno nazionale. Poi, il proclama di cui sopra, pronunciato da una voce registrata. Dunque, un breve flash-mob con le batterie protagoniste, sul ritmo della celeberrima “We will rock you” dei Queen.

Tra un momento e l’altro, tanta musica, musica da ballo, dai valzer e le mazurche tradizionali alle varianti “dance” più moderne, ad inframezzare gli interventi di Giordano Sangiorgi (MEI); l’ex presidente UNPLI Piacenza, Franco Villa, per la voce delle ProLoco; il senatore piemontese Marco Perosino; il vicepresidenti nazionali OBIS, Gianmarco Bagutti e Marianna Lanteri, fino al cantante e capo orchestra piacentino Matteo Bensi in chiusura, che ha riepilogato le richieste del settore al governo.

Ovvero: riconoscere come  non più giustificata la sospensione dell’attività del ballo e indicare una data certa e prossima che consenta l’esercizio del ballo per vaccinati, immuni, congiunti e “tamponati” nelle 48 ore precedenti; autorizzare e disciplinare sagre e feste patronali; adottare protocolli per lo svolgimento in sicurezza del ballo; garantire adeguato sostegno economico all’intero comparto finché non sarà messo nelle medesime condizioni di ogni altro settore.

IL SERVIZIO DI PIETRO CORVI

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