Paola, l’infermiera-scrittrice: “Nel mio libro le emozioni di un anno devastante”

03 Giugno 2021 05:30

“Dopo aver letto il libro, una mia collega mi ha confessato di essere riuscita finalmente a piangere. A liberare quelle emozioni che il Covid le aveva bloccato dentro”. Il romanzo appena pubblicato dall’infermiera Paola Chimisso, strumentista in chirurgia generale, vascolare e toracica all’ospedale di Piacenza, s’intitola “Base grande 13” (AUGH! Edizioni). Un’opera – la sua prima opera come scrittrice – che racconta il “senso di impotenza” con cui lei, come tanti altri colleghi, si è trovata a fare i conti un anno fa, allo scoppio della pandemia, “quando nel giro di sei o sette ore le sale operatorie sono state trasformate in posti letto di terapia intensiva, e il nostro mestiere è stato travolto da uno tsunami”. Ma anche “l’impotenza di fronte alla morte” contro cui Chimisso lotta in chirurgia ogni giorno, “Perché si lavora in squadra per infilare la vita anche dove sembra non esserci più spazio”.

“È un romanzo con personaggi di finzione, come l’infermiera Carolina e il medico Alessandro, oltre alla voce narrante di Valentina, strumentista in chirurgia. Attraverso questa narrazione, però – puntualizza Paola -, voglio trasmettere la realtà della mia sfera professionale. La storia è frutto della fantasia, ma il vortice di emozioni è vero. E lo tocco con mano sempre, in prima persona, nei reparti di ospedale”.

LA TRAMA – Nel libro, la strumentista Valentina torna a calarsi nella realtà della sala operatoria dopo aver lasciato Fabio, il suo amore. In un ambiente ospedaliero tanto affascinante quanto feroce, al suo fianco ci sono appunto i colleghi Carolina e Alessandro, una strumentista e un chirurgo. Il percorso dei tre amici viene scandito da tutto ciò che alimenta una sala operatoria, a fronte di un lavoro delicato e importante: i “ferristi” sono responsabili della fase di preparazione degli interventi chirurgici, garanti della sterilizzazione e funzionalità di ogni strumento. Un evento inaspettato scuote Valentina, che si ritrova dall’altra parte della barricata. Il romanzo segue il ritmo di una coscienza intorpidita dall’anestesia, per poi far ritorno alle dinamiche rimaste in sospeso.

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