Non pagano l’Iva: imprenditori assolti perché in crisi ma dovranno versarla
04 Ottobre 2013 17:28
Il giudice ha assolto due imprenditori perché gli avvocati difensori hanno provato che i mancati pagamenti dell’Iva superiori a 50mila euro non sono imputabili ai titolari delle aziende, ma alle grave situazione economica in cui versano le loro imprese, e non per causa loro. “Il mancato pagamento – scrive il giudice in una delle sentenze – è ascrivibile ad una grave e perdurante crisi di liquidità dell’impresa, non imputabile alla titolare e non fronteggiabile con i mezzi ordinari”. Per questo sono stati assolti. L’Iva dovrà comunque essere pagata, ma non vi sono responsabilità penali.
Nel caso di specie si tratta di un’azienda di autotrasporti e l’imprenditrice ha spiegato che dal 2007 ha dovuto affrontare una progressiva lievitazione di costi fissi: in particolare tariffe autostradali, carburanti, assicurazioni contro la responsabilità civile, che hanno provocato una significativa riduzione degli utili. A fronte di questa situazione la titolare ha privilegiato il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti ed effettuato investimenti nell’ambito della sicurezza, questo a scapito dei tributi. E si è infine decisa a chiedere un concordato preventivo fallimentare.
Nell’altro caso il titolare di un’azienda commerciale è finito a giudizio per il mancato versamento di 50.829 euro (per 829 euro reato penale). Si è giustificato sostenendo che la sua azienda aveva subito pignoramenti di crediti nei confronti di clienti per ingenti somme. Pignoramenti senza i quali, anche vista l’esiguità della somma che ha fatto sconfinare la vicenda nelle aule giudiziarie, avrebbe pagato.
«Il mancato pagamento – scrive il giudice in una delle sentenze – è ascrivibile ad una grave e perdurante crisi di liquidità dell’impresa, non imputabile alla titolare e non fronteggiabile con i mezzi ordinari».
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