Odore alla Caorsana, dalla Puglia “scaricavano” fanghi pericolosi. Due denunce
20 Luglio 2021 15:34
Autotrasportatori che arrivavano dalla Puglia e facevano tappa a Piacenza per lavare gli interni dei propri mezzi pesanti dai residui di fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue di depuratori. Un’attività illecita svolta grazie alla compiacenza di un 45enne residente a Piacenza e titolare di un’area di servizio nella zona della Caorsana. E proprio i residenti dell’area hanno lanciato l’allarme ed avvertito gli organi competenti in quanto costretti a convivere con odori nauseabondi e insopportabili.
LE INDAGINI- Nel settembre 2019 sono partite le indagini della sezione ambientale ed edilizia della polizia locale di Piacenza. Due anni di analisi e pedinamenti che hanno permesso di scoperchiare un sistema pericoloso per la salute dei cittadini. I residui dei rifiuti, contenenti anche sostanze quali cromo, piombo, manganese e idrocarburi, defluivano nelle fognature. Durante le indagini gli agenti hanno scoperto che vari autoarticolati (almeno una 40ina in tre mesi), provenienti dalla zona di Bari carichi di questi fanghi, si fermavano nell’area di servizio di Piacenza dopo aver scaricato il rifiuto in impianti di trattamento ubicati in Lombardia. Nella nostra città i cassoni venivano lavati con modalità illecite. Durante la detersione venivano lasciati a terra diversi chilogrammi di rifiuti, successivamente ripuliti dal personale della stazione di servizio che li “smaltiva” nelle caditoie di raccolta delle acque meteoriche dell’impianto di lavaggio. In sostanza finivano nei depuratori delle acque piovane e quindi di conseguenza nel fiume Po, utilizzati in agricoltura. Il tutto con l’intento di nascondere il forte odore, che invece investiva le abitazioni circostanti, e di rendere difficile l’identificazione del luogo dell’abbandono.
DUE DENUNCE- La polizia locale ha denunciato il titolare dell’area di servizio di Piacenza e l’amministratore della ditta di autotrasporti di Bari. Il vantaggio era soprattutto economico. Lavare i mezzi in modo lecito sarebbe costato oltre 100 euro a camion. Nella stazione di servizio invece il titolare ne chiedeva 23 con regolare fattura.
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