CRV – ‘Medici e Narrazioni, 10 parole dal lockdown’ di Gabriele Gasparini e Marco Ballico
22 Luglio 2021 16:05
È stato presentato oggi a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede dell’Assemblea legislativa veneta, dal Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, il libro “Medici e Narrazioni, 10 parole dal lockdown” di Gabriele Gasparini, medico neuroradiologo presso l’ospedale dell’Angelo dell’Ulss 3 Serenissima, e Marco Ballico, psicoterapeuta, pubblicato da Mimesis Edizioni, con postfazione di Luigi Vero Tarca, filosofo e docente di Filosofia teoretica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si tratta di un percorso narrativo costruito su dieci parole che fanno da guida a un gruppo di medici nel corso della recente pandemia e che vivono nelle esperienze di chi, negli ospedali e nel territorio, cerca di salvare chi cerca di non morire.
“Cechov, Arthur Schnitzler Bulgakov o, in anni più vicini a noi, Carlo Levi oppure Oliver Sachs o Mario Tobino: sono solo alcuni nomi di medici – ha ricordato il Presidente Ciambetti nell’introdurre l’opera – che hanno indagato l’animo umano, il “male di vivere” narrato anche attraverso l’analisi di patologie particolari, pensiamo appunto a Tobino o Sachs. Molti si sono interrogati su questa singolare coincidenza tra medicina e letteratura. Del resto, Anamnesi, in medicina, è la raccolta particolareggiata delle notizie del paziente, nella filosofia neoplatonica la reminiscenza delle idee, l’atto massimo della conoscenza. Diceva un medico-poeta, Enzo Jannacci: “Stare dove la vita è ridotta a un filo sottile è traumatico, ma può insegnare parecchie cose”. Conoscere il dolore altrui e vedere lo sguardo di chi cerca nei tuoi occhi una speranza o un aiuto disperato è parte, spesso indicibile se non inenarrabile, dell’essere medico. Tutto questo oggi è mutato, in maniera violenta. Marina Sozzi, filosofa e tanatologa, scrive: “Esiste, in ogni cultura, una gerarchia della gravità dei lutti, stabilita in funzione dell’importanza attribuita a ogni relazione. Siamo, naturalmente, nell’ambito delle norme non scritte, e anche non dette, che tuttavia condizionano gli individui”, ma il Covid ha stravolto anche le antiche consuetudini: il dolore segue le leggi del cuore e questa Pandemia ha introdotto regole inedite, improvvisi silenzi, alzato muri mai prima visti, generato ricordi strazianti, ferendo anche l’animo del medico, costringendolo a vivere una dimensione inedita”.
“Il Covid ha inventato un tempo nuovo – ha aggiunto Ciambetti – una nuova esperienza, una nuova dimensione purtroppo sofferta, soprattutto nella prima fase, da troppi ammalati in una dolorosa separazione dagli affetti, in una solitudine devastante a cui medici e infermieri hanno tentato spesso di porre rimedio o di intervenire per alleviare il peso di una tragica metamorfosi. Nella Metamorfosi di Kafka Gregorio Samsa diventa uno scarafaggio e nella sua nuova dimensione, separato dai suoi affetti, finirà per morire solo, incompreso, abbandonato. Mi scuso per l’immagine o il parallelo che può sembrare forte, ma penso che l’esperienza di questa nuova dimensione introdotta dal Covid, vissuta da tanti nostri medici e infermieri sia stata ancor più forte e dolorosa. Essa ha pochi riscontri nella storia dell’umanità e può essere forse comparata verosimilmente, ma parzialmente, allo shock sofferto nella prima Guerra Mondiale i cui esiti si confusero e sovrapposero con la prima pandemia influenzale, la Spagnola. Ma Covid-19 è faccenda ancora più complessa e la sua storia è tutta da narrare, perché, a ben guardare, di quanto è accaduto abbiamo a oggi una visione limitata. Continuando nel parallelo, per altri aspetti improprio, con la grande Grande Guerra-Influenza Spagnola, potremmo dire che un conto sono i Bollettini Ufficiali, un conto sono i litigi dei generali, un conto sono i diari e le testimonianze di chi era al fronte e ha dovuto fare i conti con uno scenario inedito”.
“Il libro “Medici e Narrazioni, 10 parole dal lockdown” scritto da Ballico e Gasparini – ha sottolineato Ciambetti – narra un aspetto centrale della nuova e devastante dimensione di questa malattia. Senza polemica alcuna, ma credo che di testimonianze e analisi di questo tipo oggi noi se ne abbia un bisogno reale, autentico: uno degli aspetti più disorientanti di quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo, sono state e sono le tante, troppe, parole di medici o ricercatori sopraffatti dalla notorietà e sovraesposizione mediatica, parole gridate. Adesso arrivano direttamente dal lockdown 10 parole, che ci introducono nella realtà creata dal Covid-19 anzi, dal Sars-Cov-2, realtà con la quale dobbiamo fare i conti”.
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