Imagine e Belladonna: due capolavori a distanza di 10 anni

Ben prima dell’uscita dell’album “Imagine”, probabilmente John Lennon sapeva che avrebbe pubblicato il suo primo grande manifesto pacifista. La sua dichiarazione definitiva d’indipendenza dal passato beatlesiano. La sua risoluzione intima dei conflitti interiori infantili, già elaborati nel precedente “John Lennon/Plastic Ono Band”, e la consacrazione definitiva della sua storia con Yoko Ono, non solo moglie ma fonte d’ispirazione. 

Se la canzone “Imagine”, pubblicata l’11 ottobre del 1971, è diventata un inno,  reinterpretato da moltissimi artisti in tutto il mondo, i 50 anni dell’album sono stati celebrati, com’è giusto che sia, dalle radio, sulle testate e attraverso i social.
A questo punto, è quasi doveroso confessarvi che, sebbene io abbia scoperto “Imagine” e tutta l’altra produzione di John Lennon, beatlesiana e solista, parecchi anni dopo per questioni anagrafiche, tutta quella musica ha cambiato totalmente la mia visione del mondo, sin da quando ero ragazzina. E riflettendoci seriamente, molte delle sfide che ho affrontato nel corso della mia vita adulta sono state superate grazie alla forza del messaggio contenuto in quella musica potentissima e straordinaria.
Che c’entra, con tutto questo, “Belladonna” di Stevie Nicks? C’entra, perché l’album –  uscito nella primavera del 1981 – ha avuto lo stesso impatto nella mia esistenza.
Per non scivolare troppo sul privato, vi dirò subito che il singolo “Edge of Seventeen”, tratto dall’album, si riferisce proprio all’omicidio di John Lennon. Episodio che ha fortemente scosso tutti, inclusa la cantante dei Fleetwood Mac, che con “Belladonna” segna il suo esordio solista da record, sostenuta dal produttore e all’epoca fidanzato Jimmy Iovine e dall’amico adorato Tom Petty (che con Stevie canta “Stop Draggin’ My Heart Around”, ed inoltre con un parterre de roi di artisti da far impallidire. Tra questi, ricordiamo l’imminente nuovo fidanzato della Nicks, l’eagle Don Henley, che con lei duetta in “Leather and Lace”, Benmont Tench, Waddy Wachtel, Roy Bittan, tra gli altri fuoriclasse che suonano nel disco. Si dice che lei li abbia amati tutti.
“Belladonna, my soul! (Belladonna, la mia anima!)” 
Ecco cosa canta Stevie
, a ribadire la sua personalità artistica e umana, complessa e ribelle, diretta e libera nell’essere una donna nel misoginissimo mondo del Rock – che, peraltro, ha spesso ai suoi piedi.
Stevie Nicks ha cantato le profondità chiaroscure dell’essere donna. E questo, io non lo scorderò mai.

 

 

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