Polo nord, la superficie di ghiaccio è la più estesa dal 2014
01 Ottobre 2021 06:00
In breve:
- Nel 2021 il Mar glaciale artico ha goduto (relativamente) di buona salute
- La superficie di ghiaccio, nel suo giorno di minimo, è stata la più estesa dal 2014 ad oggi
- Ciò non significa che il fenomeno dello scioglimento sia stato risolto, anzi
Lo scorso 16 settembre l’estensione del Mar glaciale artico ha toccato il suo tradizionale punto di minimo. Ad annunciarlo il Nsidc – centro per le statistiche su neve e ghiaccio della Nasa – che monitora grazie ai satelliti l’entità della superficie di ghiaccio del “Polo nord”. Ebbene, il 16 settembre scorso il Mar glaciale artico sarebbe sceso ad un’area complessiva di 4,72 milioni di chilometri quadrati, la più bassa per l’anno solare 2021. Dopo quella data, infatti, la superficie ghiacciata è tornata ad aumentare ed espandersi grazie alla discesa delle temperature: si potrebbe affermare che l’estate è finita anche lassù, con un conseguente recupero della massa di ghiaccio.
C’è una buona notizia: la superficie non era così estesa da sette anni
Solitamente ad una notizia di questo genere è collegato un record negativo. Il dato del 2021 in questione però rappresenta una sorta di eccezione alla regola generale. La superficie di ghiaccio registrata dall’osservatorio infatti risulta essere la più estesa dal 2014, quando vennero registrati 5 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio. Nel 2020 la situazione era stata ben peggiore con soli 3,82 milioni di chilometri quadrati, mentre nel 2019 il valore si fermò a 4,19 milioni.
Però non è il momento di gridare vittoria
Una statistica positiva non è sufficiente per esultare e ritenere conclusa la dinamica negativa dei ghiacci dell’estremo nord. Il satellite infatti registra i dati sull’estensione del Mar glaciale artico da 43 anni e i 15 livelli di minimo più bassi si trovano tutti negli ultimi 15 anni di rilevazione. In altre parole tra il 2021 e il 2007 (gli ultimi 15 anni) si trovano tutte le 15 estensioni minime più contenute dall’inizio della serie storica. L’estate che si è appena conclusa quindi rappresenta un passo in avanti rispetto agli ultimi anni ma resta pur sempre la dodicesima “peggiore” estate dall’inizio delle rilevazioni per quanto riguarda l’erosione della superficie dei ghiacci.
La stagione estiva ha aiutato a “salvare” i ghiacci
Stando alle ricostruzioni, l’estate non era cominciata con il piede giusto per la superficie di ghiaccio artico. Fino alla fine del mese di luglio la superficie del Mar glaciale si trovava sulla stessa traiettoria del record negativo mai registrato dal satellite, ovvero il 2012. In quell’anno i ghiacci si erano contratti fino a 3,39 milioni di chilometri quadrati mentre nel 2021 il dato è risultato essere più elevato di oltre un milione. La spiegazione risiede nelle diverse condizioni meteorologiche. Nel 2021 cicloni provenienti dalla Siberia hanno contrastato l’aumento delle temperature, generando discese record nei termometri alle alte latitudini, come quelle del “Polo nord” appunto.
La coesistenza del riscaldamento globale e l’aumento dell’estensione del Mar glaciale artico
È apparentemente una contraddizione. La temperatura media del pianeta continua a salire per effetto del surriscaldamento globale ma negli ultimi tempi il Mar glaciale artico gode di una salute migliore rispetto ai tempi peggiori ad inizio degli anni ’10. “Non ci aspettiamo che il Mar glaciale sia meno esteso ogni anno, così come non ci aspettiamo che le temperature siano più alte ogni anno ovunque sulla Terra”, spiega Wal Meier, ricercatore del Nsidc. Un ruolo chiave è giocato senza dubbio dal vento, così come accade per l’estensione del buco nell’ozono: alcune condizioni favorevoli all’esistenza dei ghiacci, come quelle palesatesi nel 2021, possono invertire temporaneamente la tendenza negativa, senza però sradicarla del tutto: “La Terra è grande e ci sono differenze a livello regionale”, ricordano gli studiosi.
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