Sicurezza stradale: “Più bici, meno incidenti”. L’obiettivo di Fiab e Velovento
22 Ottobre 2021 12:49
Ciclofficina Velolento e Fiab Amolabici hanno dato vita al convegno “Ciclisti e sicurezza stradale”, tenuto giovedì pomeriggio all’Archivio di Stato di Palazzo Farnese per parlare di come diffondere l’uso della bici ed evitare il più possibile gli incidenti.
Angelo Nani di Fiab si è soffermato su ciò che possono fare Comune e cittadini: “Quello che chiediamo all’Amministrazione è di promuovere l’uso della bicicletta, effettivamente da parte loro c’è molto impegno in questo senso poiché il Pums è rivolto alla ciclabilità, però le piste ciclabili sono pericolose negli attraversamenti, anche per il fatto che è aumentato il traffico. C’è chi non ha capito che alcune strade adesso hanno il limite dei 30 chilometri orari, si fa insomma fatica a far capire questo concetto, un esempio è via Tramello, una strada che ha appunto il limite dei 30 però non lo sa praticamente nessuno. Inoltre, è cambiato anche il codice della strada, adesso le bici possono viaggiare un po’ più al centro. Auto e bus devono stare dietro, specialmente quando hanno davanti delle persone anziane che vanno in bicicletta”.
Punto dolente di Piacenza “sono gli incidenti, noi puntiamo a ridurli il più possibile perché qui abbiamo dei numeri spaventosi rispetto ad altre province. Quando c’è un incidente, dobbiamo renderci conto che la responsabilità è di tutti, il danno può essere sia di chi investe, sia di chi viene investito”. La conferenza è servita anche per illustrare ai presenti le meraviglie della mostra “Piacenza in bicicletta” allestita proprio dall’Archivio di Stato. “Rimarrà visitabile fino al 31 gennaio, racconta la storia della bici nella nostra città – ha spiegato Gustavo Conni di Velolento – noi ci chiamiamo “Ciclo e riciclo”, abbiamo appunto messo a disposizione le nostre vecchie biciclette per fare un discorso filologico del mezzo. Ci sono i modelli più vecchi che risalgono al 1.800 come il biciclo e il bicicletto, antesignani della bicicletta vera e propria, poi le prime bici che non avevano lo scatto fisso e a ruota libera, in seguito quelle con il cambio, per arrivare ai modelli degli anni ’70. Una memoria che si sta perdendo, noi coinvolgiamo le scuole proprio per far vedere loro le vecchie bici dal vivo. Vorremmo anche dare uno stimolo alla pratica, dare strumenti di conoscenza sull’utilizzo corretto del mezzo in città. Abbiamo fatto delle pedalate e ne faremo un’altra il 7 novembre per rinforzare la memoria storica”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE