Aggressione, Caritas: “Perdita del lavoro e pandemia, aumentata la violenza”
03 Novembre 2021 04:59
All’indomani dell’aggressione ai due piacentini, un operatore Geocart e un poliziotto, avvenuta all’ombra del Gotico nella notte fra domenica 30 e lunedì 31 ottobre, ad opera di un uomo di nazionalità egiziana, pregiudicato e clandestino, la città si interroga sull’immigrazione irregolare, sulla percezione che se ne ha e, soprattutto, sul fatto se sia aumentata o meno. Chi quotidianamente lavora con i migranti, compresi quelli senza permesso di soggiorno, spiega che “in termini numerici non sembra vi sia stato un incremento di persone che si sono affacciate agli sportelli chiedendo aiuto, semmai il problema riguarda proprio i permessi di soggiorno e una pandemia che, come si sa, ha colpito soprattutto i più fragili”.
“Il numero di persone che si rivolge a noi del Centro di Ascolto della Caritas – dice Davide Marchettini, uno degli operatori – è rimasto più o meno invariato. Lo scorso anno furono 1.300, per un totale di circa 3mila colloqui”.
Elemento dirimente diventa spesso il lavoro. Sara Alberici, educatrice e responsabile dell’Unità di strada, nonché del Rifugio Segadelli. “Più che l’immigrazione clandestina – afferma – sono aumentate le persone che non hanno più un permesso di soggiorno. È sufficiente perdere il lavoro per andare in difficoltà e, in breve tempo, ritrovarsi dall’altra parte della barricata”.
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