Rapporto Ires-Cgil Piacenza: inattivi al 27%. Allarme per l’ambiente
21 Novembre 2021 19:20
Nel 2020 si è consolidato il ritardo delle imprese piacentine rispetto al resto della regione nel recupero dei livelli di produzione di valore del 2007: quelli regionali scendono al 92,7%, mentre quelli piacentini all’81,3%. La variazione del 2020 rispetto al 2019 è pari a -9,5%.
Lo rivela il dodicesimo “Osservatorio su economia e lavoro in provincia di Piacenza”, a cura dell’Istituto di Ricerche economiche e sociali dell’Emilia-Romagna e a firma del ricercatore Gianluca De Angelis.
Il presidente di Ires, Giuliano Guietti, il segretario Cgil Piacenza, Gianluca Zilocchi e lo stesso De Angelis lo presenteranno mercoledì.
“Il mercato del lavoro – si legge – offre un panorama composito e con poche luci. La diminuzione degli occupati, che nel 2020 sono 127mila, e dei disoccupati (settemila) portano infatti a un incremento dell’inattività, mitigato solo dalla contrazione demografica e quindi dalle basi di calcolo. Si evidenzia quindi il calo dei tassi di occupazione e disoccupazione, che nel 2020 sono pari al 68,8% il primo e al 5,7% il secondo, e la crescita di quello di inattività che arriva al 27%.
La dinamica è fortemente differenziata tra la componente maschile e femminile. Nel 2020 variano positivamente gli occupati (+1%) e negativamente le occupate (-4,4%). Il tasso di occupazione maschile è il più alto dal 2004 ad oggi (77,9%); quello femminile, invece, è del 59,5%.
Le discriminazioni tra i due sessi incidono sui livelli retributivi incrementando le asimmetrie e le fragilità osservate sul piano territoriale. Mentre i dipendenti di sesso maschile nel 2020 a Piacenza hanno una retribuzione media pari al 108,8% di quella media regionale complessiva, le lavoratrici percepiscono una retribuzione media pari al 73,7%.
Tra le note negative, gli indicatori ambientali osservati per il 2020 nel territorio di Piacenza segnano un ulteriore peggioramento delle condizioni. In particolare, cresce il consumo di suolo +0,23%, con una variazione leggermente superiore a quella media regionale (+0,21%).
Il numero dei superamenti giornalieri per il PM10 non ha rispettato il limite di 35 giorni l’anno in diverse stazioni. Per via di una scarsa piovosità, i superamenti del valore limite giornaliero di PM10 è risultato in aumento rispetto all’anno precedente. La temperatura risulta in crescita rispetto ai periodi climatici di riferimento, sia rispetto al 1991-2015 (+0,5 °C) che in riferimento al clima 1961-1990 (+1,5 °C).
Infine, anche nel 2020 si riduce la produzione di rifiuti per abitante (690,2 kg) e aumenta la raccolta differenziata per l’intera provincia (71,5%). Restano però dei nodi irrisolti nei comuni dell’Appennino.
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