“Coppia divisa in ospedale e riunita in albergo”. Oggi 20 ospiti nei Covid-hotel in città

06 Gennaio 2022 03:45

Separati per una ventina di giorni in due reparti Covid differenti, e poi – dopo le cure contro il virus – riuniti per l’isolamento in attesa del tampone negativo. Protagonisti di questa storia sono due pensionati, marito e moglie, che qualche settimana fa – dopo il lungo ricovero in ospedale – si sono finalmente ritrovati nella stessa camera matrimoniale di un Covid-hotel attivo a Piacenza, uno degli alberghi aperti a chi non può sottoporsi al periodo di quarantena tra le mura di casa per inadeguatezza degli spazi domestici o criticità sociali.

A raccontarlo è la dirigente delle professioni sanitarie dell’Ausl di Piacenza, Cristina Vedovelli, coordinatrice delle quarantene nelle strutture ricettiva private. “Ad oggi – spiega – l’Ausl può contare su due Covid-hotel, entrambi in città, che accolgono una ventina di persone totali in quarantena”. Si tratta di alberghi che mettono a disposizione alcune stanze: da parte dell’azienda sanitaria, però, non è dato sapere il rimborso erogato alle strutture private.

“I Covid-hotel servono a ospitare chi, una volta superata la fase acuta della malattia, deve negativizzarsi – puntualizza la referente – ma anche chi deve sottoporsi all’isolamento fiduciario per altri motivi, come i richiedenti asilo in arrivo da paesi a rischio”.

Intanto, nel Piacentino, le quarantene sono quasi triplicate durante l’ultima settimana: i Covid-hotel sono sufficienti? “La capienza può essere ampliata in caso di necessità – risponde Vedovelli – ad oggi, comunque, le stanze disponibili riescono a contenere le esigenze del nostro territorio”.

BASE DI SAN POLO – Adesso la base dell’Aeronautica in Valnure, riconvertita in struttura per la quarantena, è vuota. “Non c’è nessun ospite, gli ultimi afghani – ricorda Vedovelli – hanno lasciato le palazzine tra settembre e ottobre. I locali di San Polo restano pronti”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

© Copyright 2024 Editoriale Libertà